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Germanico sul Reno
Dramma per musica in tre atti di Giulio Cesare Corradi
Musica di Giovanni Legrenzi 1626-1690
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro San Salvatore, 1676. Prologo: il Tempo, la Gloria, l’Eternità, la Fama; le ore, i gi

Personaggi
Vocalità
Agrippina
Soprano
Aristeo
Basso
Arminio
Soprano
Bellona
Soprano
Caligola
Soprano
Claudia
Soprano
Floro
Tenore
Germanico
Soprano
Lesbo
Contralto
Lucio
Soprano
Segeste
Basso
un fantasma
Mimo
un ministro del tempio
Tenore
un oracolo
Contralto
Note
Con laDivisione del mondo(1675),Eteocle e Polinice(1675) eGermanico sul Reno(1676) inizia per Legrenzi un decennio di intensa presenza sulle scene dei teatri veneziani (una decina di opere, specialmente per il San Salvatore e per il San Giovanni Grisostomo). Di tutta questa vasta produzione restano solo quattro partiture:Totila(1677) eIl Giustino(1683), oltre alle due citate. È probabile che l’incarico di comporre opere per il Teatro San Salvatore nelle stagioni 1675 e ’76 (inclusaLa divisione del mondo, anch’essa del ’75 eAdone in Ciprodel ’76) siano da mettere in relazione all’assenza di Antonio Sartorio, impegnato a Hannover dove già dal 1666 ricopriva la carica di Maestro della cappella di corte.Germanico sul Renosi inserisce nel filone dei drammi di soggetto storico, in auge in quegli anni a Venezia, in cui, a imitazione della contemporanea tragedia, convivono realtà e allegoria, storia e mitologia, verosimiglianza e invenzione, anacronismi e intrighi, tragico e comico, secondo le esigenze di un gusto che Aurelio Aureli definì del «capriccio bizzarro».

La vicenda prende spunto dalle vicende, narrate da Tacito, della ribellione delle popolazioni germaniche soggiogate al dominio di Roma e dell’eroiche imprese del generale Germanico che, come si legge nell’Argomento che precede il libretto, «volando dalle Gallie alla Belgia estinse li semi della ribellione, & opportunamente sconfisse l’esercito d’Arminio Capitano de Cherusci, e primo Capo de sedutori, all’hora, che Perfido assediatore di quella Reggia intimava le stragi à Segeste, à cui già haveva rapita, e resasi moglie Claudia bellissima Figlia prima destinata alle Nozze di Lucio». Rifiutando il titolo di imperatore «et insegnando alle seditiose Legioni, che adoravano il di lui figlio Caligola, l’adoratione d’un animo più grande del Romano Imperio, allontanossi dagl’occhi la pudica moglie Agripina, e mostrò che l’amore d’un vero Heroe non cede à gl’affetti di cieco amore, ó di più cieca ambitione».

Anche dal punto di vista musicale convivono in quest’opera gli elementi più disparati: dai ritmi di danza che caratterizzano numerose arie ai ritornelli strumentali, all’impegnativo canto ‘di gorga’ di certe arie di tono eroico, ‘d’ira’ o ‘di battaglia’ e alla severità di certe situazioni a episodi comici o parodistici. Il tutto disposto secondo un preciso piano drammaturgico, che mira essenzialmente alla sorpresa inattesa, al contrasto improvviso. L’aria, frequentemente accompagnata dal solo basso continuo e più di rado concertata, presenta spesso un tipo particolare di attacco: alla prima frase (il cosiddetto ‘motto’), enunciata dal cantante e probabilmente abbellita con ornamenti improvvisati, fa seguito la ripetizione strumentale e, quindi, l’inizio vero e proprio dell’aria (ad esempio “Troppo care voi siete al mio coreâ€, Agrippina).
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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