Un anno dopo
Médée, l’opera segnò il trionfo di Cherubini nel teatro comico. Nel contesto di un atto unico inframmezzato da sezioni dialogate, il compositore dimostrò doti di vivace caratterizzazione scenica, sia nell’invenzione di alcune macchiette buffe (l’oste) sia nella conduzione di diverse situazioni esilaranti.
In un improbabile 1640, arrivano in una locanda presso il confine ispano-portoghese Donna Gabriella e la sua cameriera Ines, fuggite dall’opprimente tutore Don Roselbo, innamorato della sua pupilla. Gabriella ovviamente non ne ricambia le attenzioni, e vorrebbe invece raggiungere l’amato Don Carlos. Questi arriva inaspettatamente alla medesima locanda, accompagnato dal suo scudiero, ma a complicare la situazione pensa lo stravagante oste Rodrigo: avendo letto della fuga della moglie di un governatore e della sua cameriera, Rodrigo crede di riconoscerle in Gabriella e Ines, e suppone che i due uomini stiano dando loro la caccia. Allora li depista, distogliendoli dalla locanda, dove arriva invece Don Roselbo, cui l’ignaro Rodrigo consegna le ragazze perché il nobile tutore le scorti a Lisbona. A quel punto torna Don Carlos, forte di un decreto reale che annulla la tutela di Gabriella da parte di Roselbo: il tutore parte infuriato, mentre i due amanti possono finalmente ricongiungersi senza timori.
Gioielli della partitura, quanto a bellezza melodica, sono la romanza di Don Carlos, l’aria di sortita di Gabriella e ilvaudevillecon cui l’operina si conclude. Di carattere più spiccatamente comico risultano invece l’aria buffa di Rodrigo e quella ‘d’ira’ di Roselbo. Notevoli anche i concertati, come il quartetto Roselbo-Rodrigo-Gabriella-Ines, in cui regna la confusione più totale (nella musica come nella testa del povero oste), e il terzetto Rodrigo-Carlos-Pedrillo, che rappresenta magistralmente le reticenze di Rodrigo a fronte delle pressanti domande dei due amici. Un cenno di colore locale è conferito dalla sinfonia d’apertura, scritta su un classico tema iberico difollia. L’opera, popolare nell’Ottocento soprattutto in Germania, venne riallestita in tempi moderni nel 1942 (Roma, Teatro delle Arti, direttore Alberto Erede).
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi