Nel 1959 la Rai mandò in onda una versione televisiva dell’
Idiotadi Dostoevskij, con la regia di Vaccari, Albertazzi protagonista e le musiche di Luciano Chailly. Nato a Ferrara nel 1920, il compositore si era perfezionato con Hindemith a Salisburgo e aveva giĂ alle spalle pagine sinfoniche, cameristiche e opere come
Ferrovia sopraelevata(Bergamo 1955) e
Procedura penale(Como 1959), entrambe su libretto di Buzzati, e – tratte da Cechov –
Una domanda di matrimonio(Milano 1957) e
Il canto del cigno(Bologna 1957). Dopo la colonna sonora per lo sceneggiato televisivo, Chailly decise di scrivere un’opera lirica sullo stesso soggetto (anche Hans Werner Henze scrisse un balletto ispirato al romanzo, e in quegli anni anche il compositore americano John Eaton musicò
Myskhkin, atto unico per la televisione).
La trama ricalca fedelmente il romanzo. Apparentemente guarito dalla malattia mentale, il principe Myškin rientra a Pietroburgo dalla Svizzera. Due donne lo amano: Aglaja Ivanova e Nastasja Filippovna Baraskova. Egli è affascinato da Nastasja, donna equivoca corteggiata dal mercante Rogozin. Nastasja accetta di sposare il principe, ma il giorno delle nozze si pente: non vuole contaminare Myškin con le sue colpe, e fugge con Rogozin. Il mercante la uccide, e davanti al cadavere della donna Myškin ricade preda della follia, mentre l’assassino si consegna alla polizia.
Prendendo a modello la struttura delWozzeck, Chailly in ogni atto alterna pagine di recitativi e declamati con «episodi formalizzanti sull’esempio di Berg (Scherzo, Toccata, Aria, Salmo, Fuga), che avevano a loro volta lo scopo di garantire che le situazioni, inquadrate dalle strutture, avessero compiutezza e logica», come egli dichiara nell’autobiografia. Inoltre utilizza anche inserti di musica elettronica per sottolineare l’evasione dalla normalità , precisamente nell’attacco epilettico del primo atto, nel sogno del secondo e per sottolineare l’alienazione di Myškin e Rogozin nel terzo.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi