Tra tutte quelle che vennero dette le
semi-operasdi Purcell,
King Arthurè lâunica a nascere come tale, non sullâadattamento di un dramma precedente, ma in virtĂš della collaborazione fra il musicista e il drammaturgo Dryden, che rielaborò un lavoro del 1684 mai rappresentato. Il soggetto si ispira allâ
Historia regum Britanniaedi Goffredo di Monmouth e ad altre fonti della leggenda arturiana, ma lâintreccio è stato interamente inventato dallo scrittore, a parte lâepisodio della selva incantata, che deriva dal canto XVIII della
Gerusalemme liberata. Ripreso costantemente nel Settecento e nel secolo successivo (in epoca vittoriana, al Festival di Birmingham del 1897, si censurarono i versi âspintiâ della pastorale del secondo atto),
King Arthurha goduto di diverse incisioni discografiche. Ricordiamo almeno le versioni dirette da Alfred Deller (1978), John Eliot Gardiner (1983) e William Christie, questâultima realizzata in occasione delle rappresentazioni parigine al ThÊâtre du Chatelet (febbraio 1995, la regia dellâallestimento era firmata da Graham Vick).
Arthur, re dei Bretoni, e Oswald, re dei Sassoni, aspirano alla mano di Emmeline, figlia del duca di Cornovaglia. Dopo aver perso una battaglia decisiva contro i Bretoni, Oswald rapisce Emmeline e tenta invano di ottenere i suoi favori. Intanto, Arthur riesce a resistere alle seduzioni di due sirene e si libera dagli incantesimi di cui era vittima. Il giorno di San Giorgio si svolge il combattimento decisivo fra i due rivali; il mago Osmond e uno spirito della terra, Grimbald, sostengono Oswald, mentre Merlino e uno spirito dellâaria, Philidel, sostengono Arthur e i Bretoni. Lâultimo atto vede lo scontro fra le due armate: Arthur affronta Oswald in un duello e, dopo averlo disarmato, lo risparmia. Emmeline sposa il vincitore; indi Merlino fa sorgere dal mare le isole britanniche.
Purcell compose le musiche per sei scene distribuite nel corso dellâazione: contrariamente a quanto accade per imasquescontenuti nelle altresemi-operas, la maggior parte degli episodi musicali sono collegati a momenti del dramma, anzi ne sono parte integrante, sebbene i protagonisti non cantino in prima persona. Invece gli spiriti Philidel e Grimbald cantano e recitano: cosa eccezionale perchĂŠ di solito le parti cantate nellesemi-operasvenivano affidate a cantanti, e quelle recitate ad attori professionisti. Fra gli episodi musicali ricordiamo la scena solistico-corale del sacrificio offerto dai Sassoni e lâaria con coro dei Bretoni âCome if you dare, our trompets soundâ nel primo atto, lâaria di Philidel âHiter this way, this way bendâ e lâintermezzo pastorale offerto a Emmelina nel secondo. Al centro del quarto atto si trova la passacaglia âHow happy the loverâ, una delle piĂš lunghe composizioni di Purcell, che si basa su un basso di quattro battute ripetuto cinquantanove volte in varie forme, inanellando assoli, duetti, terzetti, cori e intermezzi strumentali. Nellâultimo atto si celebra la definitiva vittoria dei Bretoni con una lunga serie di episodi musicali, fra i quali spiccano lâaria virtuosistica per basso âYe blustâ ring brethren of the skiesâ e quella nobile e nostalgica âFairest Isleâ, cantata da Venere su un accompagnamento armonicamente assai denso. Il momento piĂš importante è riservato allâatto terzo, che presenta unmasquespesso rappresentato separatamente e famosissimo per tutto il Settecento. Quando Emmeline respinge le attenzioni di Osmond, il mago fa una dimostrazione dei propri poteri evocando una scena invernale: nelmasquesuccessivo Cupido risveglia il calore delle passioni negli abitanti di un mondo ghiacciato. Chiamato da Cupido, il genio del Freddo canta unâaria cromatica, âWhat power art thouâ, in cui i brividi sono resi dallâindicazione di tremolo nella parte strumentale e per la voce (lâesatta resa esecutiva della linea ondeggiata è incerta, lâeffetto è chiaro), forse su ispirazione di un coro diIsisdi Lully (1677). Allâaria del genio segue con forte contrasto quella di Cupido, âThou doting fool, forbearâ, in cui il dio prende in giro lâesagerata gravitĂ del genio. La pluralitĂ di registri del dramma (politico, allegorico, bucolico, marziale, amoroso, ironico, sovrannaturale) genera unâinfinitĂ di prospettive possibili, anche per lâinterpretazione musicale offerta da Purcell in sottile dialettica con il testo: il tono nazionalista del finale può cosĂŹ risultare compromesso da una possibile lettura parodistica.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi