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Kaspar der Fagottist
Singspiel in tre atti di Joachim Perinet
Musica di Wenzel Müller 1767-1835
Prima rappresentazione: Vienna, Theater in der Leopoldstadt, 8 giugno 1791

Personaggi
Vocalità
Alma
Tenore
Armidoro
Tenore
Azili
Soprano
Bisi
Soprano
Bosphoro
Basso
Idilis
Soprano
Kaspar Bita
Baritono
Palmira
Soprano
Perifirime
Soprano
Pizzichi
Soprano
Sidi
Soprano
un cacciatore
Recitante
uno schiavo
Recitante
Zumio
Tenore
Note
Il Theater in der Leopoldstadt era in aperta concorrenza con il Theater auf der Wieden, diretto da Emanuel Schikaneder: da qui il tentativo di imitarsi a vicenda per sfruttare l’uno i successi dell’altro o per battersi sul tempo nel selezionare e proporre le idee migliori.Kaspar der Fagottistè tratto da una fiaba di Christoph Martin Wieland,Lulu, a cui risale anche ilplotdellaZauberflöte; Schikaneder si accorse di questa pericolosa coincidenza di trame quando ormai il libretto delSingspieldestinato a Mozart era già avviato e non restava altra soluzione se non modificare alcune circostanze della vicenda, caratterizzando Sarastro in maniera positiva e trasformando la regina della notte nell’anima nera dell’intreccio. L’innocente causa di questo tramenìo poetico era un lavorino accattivante, un po’ farsa e un po’ fiaba, destinato a mietere un buon successo e a venire rielaborato ancora nel 1805 per Francoforte con un’interpolazione di ben dodici arie (tratte da altri autori) che dovevano innalzareKaspar der Fagottistdalla semplicità delSingspielal rango più prestigioso dell’opera magica. Il principe Armidoro e il suo fido Kaspar vengono inviati dalla fata Perifirime nel reame del perfido Bosphoro, rapitore della figlia della stessa Perifirime e ladro dell’acciarino magico con cui si comanda agli spiriti. Muniti rispettivamente di una cetra e di un fagotto, entrambi fatati, i due eroi superano le numerose insidie tese loro da Bosphoro finché, con la magia dei loro strumenti, riescono ad addormentare lo stregone e a riprendergli l’acciarino: l’azione si conclude con l’esilio dei malvagi sconfitti e le duplici nozze di Armidoro con Sidi e di Kaspar con l’ancella Palmire. La bravura del baritono Johann Joseph La Roche determinò fin dalle prime rappresentazioni la centralità del personaggio di Kaspar, vera macchietta alla Hanswurst e parente quindi alla commedia dell’arte: l’originalità del lavoro di Perinet, prontamente captata da Schikaneder per il suo Papageno, sta proprio nell’aver coniugato la fiaba iniziatica, erede del teatro didattico dei gesuiti e, più tardi, dei massoni, con le spiritosaggini un po’ caricaturali tipiche dei generi burleschi. In questo modo si ritagliò nell’ambito dell’opera magica un profilo più spassoso, modellato sulla figura di Kasperl, nipotino di Hanswurst creato proprio da La Roche negli anni Ottanta; così le facezie del fagottista sdrammatizzano la maestosità spettacolare dei colpi di scena o dei castighi esemplari e insinuano una vena più quotidiana e disimpegnata. La musica scorre piana e serena, imitando vari generi espressivi in relazione ai diversi personaggi: alla fata spetta la vocalità ‘nobile’ dell’aria italiana, a Bosphoro una ridicola commistione di colorature e sprofondamenti nel registro grave, a Kaspar l’ingenuità popolareggiante deicouplets. L’opera circolò molto anche sotto il titoloDie Zauberzither(La cetra magica) e nella versione manipolata redatta per Francoforte conobbe una reviviscenza di successo, anche per la presenza di Aloysia Weber nella parte di Perifirime.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi

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