Avverte Castiglioni, riferendosi sia a
The Lords’ Masquesia a
Oberon, scritta anch’essa nel 1981, nelle note di sala della prima rappresentazione veneziana, «che queste due operine sono nate dalla mia convinzione assolutamente contraria al mito de ‘la musica morta’: il mito degli scapestrati. Al contrario penso che la musica debba reimmergersi nella linfa vivida della magia (questa infatti è una
Zauberoper) per ritrovare il flusso del suo dinamismo poetico e del suo senso. Un atto di fede nella musica (pertanto) e, nello stesso tempo, un umile omaggio ai quattro compositori che io sovra tutti amo: Joseph Haydn, Felix Mendelssohn, Anton Webern ed Edward Grieg».
NelLords’ Masquesono evidenti i legami esistenti tra il mondo magico shakespeariano (che confluisce nelle opere dell’autore post-elisabettiano Thomas Campion) e l’universo metamorfico di Goethe. Un mondo naturalistico, nel quale si colgono i riflessi dell’amore per la fenomenologia di Merleau-Ponty e di Husserl, scaturisce da linee semplici ed equilibrate. Colpisce, anche qui, la piacevolezza del materiale sonoro; piacevolezza che non si esaurisce in arabeschi o decorativismo ma che dipende dall’organizzazione del materiale in base alle leggi e ai valori della percezione. Con questi caratteri di sobria ipersensibilità alle pulsioni del testo, Castiglioni costruisce una partitura candida, evocativa, nella quale il timbro si fa elemento organizzatore di tutti gli altri paramentri. Il libretto è concepito come «descrizione, dialoghi e canzoni recitati nella casa del banchetto nella notte del matrimonio di sua altezza il conte Palatino e della discendente reale, Lady Elizabeth, il 14 febbraio 1613».
Orfeo riesce, con la forza del suo canto, a vincere la follia di Enteo e a liberarlo dal potere di Mania. Enteo, Prometeo e Orfeo intonano canzoni e invocazioni, coinvolgendo imasquerse le loro dame in balli e inni gioiosi che lodano la giovinezza, l’amore e la creatività , proiettando i propri sentimenti su fantastiche messe in scene e decorazioni barocche. Il fascino principale della scrittura rarefatta e preziosa deriva dal suo adattarsi al succedersi di ‘eventi’ nei quali largo spazio acquistano gli episodi di danza, i canti corali, le filigrane polifoniche o le stilizzate melodie, sostenute da un accompagnamento orchestrale rigorosamente coerente dal punto di vista strutturale, ma sognante ed etereo per quanto riguarda il suo dialogo con le voci e con il contesto. Il mondo magico e dolce che Castiglioni ci propone inThe Lords’ Masqueè metafora di un’utopia. La chiarezza e semplicità della partitura traducono in immediatezza comunicativa la profonda esigenza di ritrovare un equilibrio positivo tra il corpo e la mente, tra la natura e l’uomo, tra l’interno e l’esterno, nel fermo e coraggioso rifiuto di ogni dualismo platonico o cartesiano. Anche inThe Lords’Masque, Castiglioni continua il processo di spoliazione del suo linguaggio già sobrio. La raffinatezza cristallina e la sottile ironia della sua scrittura svelano un originale punto di vista: la natura non è l’ineffabile o il sublime, ma il delicato, mobile rapporto tra uomo e mondo.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi