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Inganno felice, L’
Farsa per musica in un atto di Giuseppe Maria Foppa
Musica di Gioachino Rossini 1792-1868
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro San Moisè, 8 gennaio 1812

Personaggi
Vocalità
Batone
Basso
Bertrando
Tenore
Isabella
Soprano
Ormondo
Tenore
Tarabotto
Basso
Note
L’opera ebbe successo già alla ‘prima’ veneziana («aver non poteva esito più fortunato», avrebbe scritto il ‘Quotidiano Veneto’ dell’11 gennaio 1812) e rimase in repertorio, non solamente al San Moisè dove venne ripresa già nella primavera successiva, ma in molti teatri europei, quale primo grande successo rossiniano (giunse a Vienna e a Monaco nel 1816, e nel 1819 a Londra). Già nel 1819 l’editore Breitkopf pubblicava lo spartito per canto e pianoforte, e nel 1827 usciva la partitura completa a stampa. Per il suo terzo lavoro teatrale giunto sulle scene il compositore, non ancora ventenne, si era servito di un libretto che Giuseppe Maria Foppa aveva adattato da una commedia per musica, scritta da Giuseppe Palomba per Giovanni Paisiello (Napoli 1798).

Nonostante il sottotitolo di ‘farsa’, l’atto unico si basa su una vicenda tragica tipica dellepièces à sauvetagee ormai fuori moda, in cui il dramma della separazione tra due amanti viene temperato dall’intervento di due personaggi comici, orientando l’intreccio verso il genere semiserio. Soggetto dell’operina è infatti la separazione della duchessa Isabella dal duca Bertrando, suo marito, a causa dei maneggi del malvagio Ormondo. Attorno alla coppia si muovono i personaggi comici di Tarabotto e Batone, mentre la vicenda, che si svolge presso le «cave oscure» di una miniera, è risolta dall’irrompere sulla scena buia del duca scortato dai soldati muniti di fiaccole, che arrestano il malvagio Ormondo e sventano così il rapimento di Isabella.

Rossini concentra le sue energie musicali soprattutto in due imponenti concertati: il terzetto “Quel sembiante, quello sguardo†(Tarabotto, Bertrando, Isabella), in cui i due amanti s’incontrano, e ancor più il finale, ambientato, come il finale quarto delleNozze di Figaro, in una notte oscura e prodiga di equivoci. Notevoli anche alcuni brani solisti come l’aria di Isabella “Al più dolce e caro oggettoâ€. L’opera è stata ripresa, in tempi moderni, al Teatro delle Arti di Roma (21 ottobre 1952).
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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