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Médée
Tragédie en musique in un prologo e cinque atti di Thomas Corneille
Musica di Marc-Antoine Charpentier 1634-1704
Prima rappresentazione: Parigi, Opéra, 4 dicembre 1693. Prologo: la Victoire (S), la Gloire (S), Bellonne (A), due pastorell

Personaggi
Vocalità
Arcas
Tenore
Cléone
Soprano
Créon
Basso
Créuse
Soprano
fantasma (2)
Soprano
Jason
Tenore
la Jalousie
Tenore
la Vengeance
Basso
l’Amour
Soprano
Médée
Soprano
Nérine
Soprano
Oronte
Basso
un abitante di Argo
Basso
un abitante di Argo
Tenore (haute-contre)
un corinzio
Tenore (haute-contre)
un corinzio
Tenore
un prigioniero
Tenore (haute-contre)
un prigioniero
Soprano
un prigioniero
Contralto
un’italiana
Soprano
Note
Con quest’opera della maturità Charpentier – diventato l’anno primamaître de musiquedel duca di Chartres, futuro reggente di Francia – ottenne gli onori della sala dell’Opéra. Un’occasione tanto importante e di rilievo pubblico non mancò di influire sulla stesura diMédée, unicatragédie lyriquedel compositore. La prima rappresentazione venne presenziata da re Luigi XIV in persona, che accordò la sua benevola approvazione, stando al resoconto elogiativo del ‘Mercure de France’. Il libretto era opera di Thomas Corneille, drammaturgo di rango che conferì al celebrato soggetto (sul quale il grande Pierre Corneille aveva scritto una tragedia omonima nel 1635) un’impronta originale, concentrandosi sullo studio dei profili psicologici individuali. In particolare ciò era stato ottenuto mediante un espediente drammatico significativo: Médée viene a conoscenza del tradimento dell’amato – che è poi la ragion d’essere di tutta la vicenda – solo nel corso del terzo atto, consentendo lo sviluppo di un personaggio femminile sofisticato, sottratto a ogni monolitica certezza e pervaso da continui dubbi. Tanta gallicafinessetrovò subito una splendida, credibile incarnazione nella prima interprete del ruolo di Médée, Marthe Le Rochois. Rappresentata in seguito solamente a Lille nel 1700, l’opera è stata ripresa in tempi moderni a Lione nel 1984, sotto la direzione di Michel Corboz; l’incisione discografica, sotto la direzione di William Christie, risale al medesimo anno.

Prologo. Una piccola folla di ‘eroici’ pastori, figure allegoriche e abitanti della regione della Senna inneggiano al glorioso Luigi XIV, generoso artefice della pace dei suoi sudditi.

Atto primo. Médée rivela a Nérine i propri sospetti sull’infedeltà del marito Jason. Questi, mentre respinge ogni accusa in proposito, confida sull’aiuto del re di Corinto, Créon, per il felice esito della sua relazione segreta con la principessa Créuse, figlia di Créon.

Atto secondo. Créon bandisce Médée da Corinto, adducendo a pretesto il terrore della popolazione per le sue arti magiche. In un secondo tempo il re celebra insieme a Jason e a una folla di schiavi d’amore il potere del dio tiranno dei cuori.

Atto terzo. Médée è ormai certa del tradimento del consorte, che invano cerca di convincerla del contrario. La donna mette in atto un atroce piano di vendetta, per il quale chiede aiuto alle potenze infernali. Solleciti, demoni e spiriti compaiono, pronti a servirla.

Atto quarto. Il feroce piano giunge al suo epilogo: avvelenata dapprima Créuse, Médée ha ucciso anche i figli avuti da Jason, mentre Créon, sconvolto, si toglie la vita. La donna, pienamente vendicata, scompare in cielo trasportata da un drago alato, lasciando Jason solo, in un paesaggio di distruzione e morte.

Il versante cerimoniale di quest’opera complessa è sperimentabile già nella concisa ouverture, che introduce lo spettatore in un’atmosfera radiosa, solare, animata da un vivace gioco contrappuntistico e da amabili cadenze danzanti, quasi a smentire il dramma che verrà rappresentato sulla scena. Nel corso dell’opera Charpentier mette costantemente in campo un nutrito organico orchestrale (comprendente, tra l’altro, flauti di varie fogge e timpani), con i quali il compositore dà vita a pagine strumentali di notevole spessore drammatico, quali ipréludes, iritournelles, oppure i sofisticati recitativi accompagnati, così congeniali alla sua scrittura. Proprio l’intrinseco valore della parte orchestrale è senza dubbio uno dei maggiori punti di forza dell’opera, funzionale alle ragioni espressive della vocalità: specialmente in talune scene memorabili, come quelle dedicate all’ira di Médée e alla follia di Créon, negli atti centrali del dramma.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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