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Matilde di Shabran
o sia Bellezza e cuor di ferro Melodramma giocoso in due atti di Jacopo Ferretti, da Euphrosine et Corradin di François-Benoît Hoffmann, messo in musica da Etienne-Nicolas Méhul (1790), e dal dramma Math
Musica di Gioachino Rossini 1792-1868
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Apollo, 24 febbraio 1821

Personaggi
Vocalità
Aliprando
Baritono
Corradino
Tenore
Edoardo
Contralto
Egoldo
Tenore
Ginardo
Basso
Isidoro
Basso
la contessa d’Arco
Mezzosoprano
Matilde di Shabran
Soprano
Raimondo Lopez
Basso
Rodrigo
Tenore
Note
Matilde di Shabransi inserisce a pieno titolo in un genere operistico, quello semiserio, che nella prima parte dell’Ottocento godeva di grandi favori da parte di autori e pubblico e al quale Gioachino Rossini aveva già dato un capolavoro qualeLa gazza ladra. Lo scarso tempo a disposizione per la preparazione della partitura indusse Rossini a utilizzare diversi pezzi tolti da sue opere precedenti, nonché a pregare l’amico Giovanni Pacini di comporre alcuni pezzi; la prima rappresentazione dellaMatildefu diretta da Niccolò Paganini. Negli anni successivi Rossini rivide più volte la partitura: in quello stesso 1821, per una rappresentazione napoletana al Teatro del Fondo, compose diversi pezzi nuovi, e lo stesso fece per una ripresa parigina del 1829.

La vicenda è incentrata intorno al personaggio del collerico e misogino tiranno spagnolo Corradino, nel cui castello giungono prima l’errabondo poeta Isidoro, che viene imprigionato insieme a Edoardo, figlio del nemico giurato di Corradino, Raimondo, e quindi Matilde. La giovane, nonostante l’ostentata indifferenza di Corradino, se ne invaghisce e decide di conquistarlo. Così facendo entra però in conflitto con la contessa d’Arco, a sua volta interessata a Corradino. Un vano assalto portato da Raimondo al castello, nel tentativo di liberare il figlio, viene narrato da Isidoro, che frattanto è divenuto poeta ufficiale di corte. Ma nel trambusto Edoardo è riuscito a fuggire e la contessa riesce a far ricadere la responsabilità della fuga su Matilde. L’infuriato Corradino ordina allora a Isidoro di assassinare Matilde, gettandola in mare dall’alto di una rupe; ma il poeta lascia che la fanciulla fugga. Intanto Corradino apprende la verità sulle trame della contessa e sull’innocenza di Matilde, della quale si era suo malgrado innamorato, e decide di uccidersi gettandosi dalla stessa rupe da cui crede sia stata gettata la giovane. Ma proprio mentre sta per gettarsi, sopraggiungono Matilde, Edoardo e Raimondo a salvarlo e l’opera si conclude con il più classico lieto fine: l’unione dei due protagonisti e il perdono generale.

Matilde di Shabranpresenta aspetti di notevole interesse per l’originale commistione di elementi seri e comici, che da un lato prelude alle soluzioni del successivoComte Ory, dall’altro anticipa stilemi che saranno caratteristici del melodramma di Donizetti e Bellini. Il fatto che la partitura non si dipani con costanza allo stesso, altissimo livello dei suoi momenti migliori si può imputare forse a una trama eccessivamente labirintica e a un libretto non di rado verboso, nonché ai ridottissimi tempi di preparazione.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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