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Promessi sposi, I
Melodramma in quattro atti di Antonio Ghislanzoni, da Manzoni
Musica di Errico Petrella 1813-1877
Prima rappresentazione: Lecco, Teatro Sociale, 2 ottobre 1869

Personaggi
Vocalità
Agnese
Mezzosoprano
Don Abbondio
Basso
Don Rodrigo
Baritono
il conte Attilio
Tenore
il dottor Azzeccagarbugli
Basso
il Griso
Tenore
Lucia
Soprano
l’Innominato
Basso
padre Cristoforo
Basso
Perpetua
Contralto
Renzo
Tenore
Tiradritto
Basso
Note
Nel suo libretto Antonio Ghislanzoni ricorse a modelli operistici codificati, ora dichiaratamente buffi (per personaggi come Don Abbondio e Perpetua), ora più lirici e sentimentali (Renzo e Lucia); in ogni caso, lontani da quella «complessa meditazione morale e religiosa, civile e letteraria» (Carli Ballola) che era stata alla radice del romanzo. Eppure Petrella riuscì a rinnovare il proprio linguaggio, ottenendo in alcuni casi anche risultati originali, sostanzialmente immuni da quell’epigonismo di maniera che connota molta produzione minore del tempo. Sforzandosi di conferire maggior respiro a una visione melodrammatica troppo spesso incapace di andare al di là della pagina belcantistica, il musicista cercò di dare risalto non solo all’aria ma all’intera scena, privilegiando, ove possibile, i brani d’assieme; il risultato è un’opera con una sua dimensione spirituale modesta e sentimentale che, se può apparire semplicistica e intimistica, è anche innegabilmente unitaria nello stile. Tra i momenti migliori figura il finale dell’ultimo atto, con l’aria di Renzo, l’Ave Maria, di schietto sapore rustico, e la commovente scena d’addio dei protagonisti.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi

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