Probabilmente il capolavoro di Grétry, è incentrato su un tema storico ambientato in quel Medioevo (precisamente il tempo delle crociate) che sarà caro all’immaginario romantico. Anche dal punto di vista delle soluzioni drammatico-musicali vengono anticipate alcune caratteristiche del
grand-opéraottocentesco, che proprio sui soggetti storici concentrerà la sua attenzione. Il libretto, dapprima offerto invano a Monsigny, è opera di Michel-Jean Sedaine, autore di alcuni tra i maggiori successi di Grétry, come
Guillaume Telle
Raoul Barbe-Bleue. L’anno successivo alla ‘prima’, compositore e librettista confezionarono una versione dell’opera in quattro atti (Parigi, Opéra-Comique, 21 dicembre 1785), che tuttavia godette di ben poco favore: fu dunque nella versione originale che
Richardconobbe il suo grande e rapido successo (nel 1797 era già rappresentato oltreoceano, a Boston), tradotto in nove lingue, tra cui lo svedese e il russo
.Nel 1841 Adolphe Adam ne preparò una revisione in occasione di un allestimento all’Opéra-Comique.
Atto primo. I contadini tornano felici dai campi, pregustando i festeggiamenti per le nozze d’oro di Mathurin, previsti per il giorno successivo. Lungo la strada s’imbattono nel trovatore Blondel; questi, che si finge cieco, è alla ricerca di re Richard, tenuto prigioniero. Il gentiluomo Williams invia a Laurette, figlia del governatore del castello, l’invito a un appuntamento galante. Williams è in realtà un inglese in esilio, compagno di crociate di Blondel; quest’ultimo sospetta ormai di aver trovato il re prigioniero. Giunge col suo corteo la contessa Marguerite, anch’ella alla ricerca di Richard, suo amato.
Atto secondo. In un sotterraneo del castello, Richard lamenta il suo destino; sente da lontano una ben nota romanza (una lirica d’amore dedicata a Marguerite) cantata da Blondel e, rispondendo al canto, segnala al trovatore la sua presenza. Catturato dai soldati, Blondel si dichiara un messaggero di Laurette e si fa condurre dal governatore, che informa dell’appuntamento della figlia.
Atto terzo. La romanza d’amore giunge all’orecchio della contessa, che decide di proseguire la ricerca dell’amato, come sono determinati a fare anche Blondel e Williams. La festa dell’anniversario di nozze si conclude con l’irruzione delle truppe della contessa, che liberano Richard per la gioia di Marguerite e dei suoi amici.
Estremamente ambiziosa è la concezione di questoopéra-comique, in cui la musica conquista spazi sempre più estesi rispetto alla recitazione, pervadendo di sé il dramma: sia attraverso la concatenazione consecutiva di più brani musicali, sia assumendo funzioni vitali di organizzazione formale. Esemplare è la struttura che chiude l’opera, costituita nominalmente da un terzetto, dalcoupletdi un contadino con coro e dal coro conclusivo, ma in realtà unificata dal susseguirsi delle danze (una siciliana, una contraddanza e un valzer), che allacciano senza soluzione di continuità la festa all’attacco delle truppe e al tripudio finale. Per nove volte ritorna, sempre sotto una veste differente (dietro le quinte, all’interno di un concertato, ritmicamente variata), lachansondi Blondel “Une fièvre brûlante”, asse dell’intera opera: una sorta di Leitmotiv, singolare idea affidata a quello straordinario personaggio che è il trovatore fintosi cieco. L’orchestra, cui spetta una drammatica ouverture (Allegretto in sol minore) e, al termine dell’opera, una marcia solenne, prevede anche un ottavino, e l’intervento di strumenti dietro le quinte; tra questi un numero di corni a piacere. Senz’altro memorabili sono alcuni numeri del dramma, come l’aria di Laurette “Je crains de lui parler”, di cui si ricorderà Cajkovskij nellaDama di piccheper la parte della contessa, e la concitata “O Richard! ô mon Roi!” del trovatore Blondel.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi