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Gilgamesh
Opera in un prologo e due atti proprio
Musica di Franco Battiato 1945-
Prima rappresentazione: Roma, Teatro dell’Opera, 5 giugno 1992

Personaggi
Vocalità
due uomini
Recitante
il maestro sufi
Recitante
il narratore
Recitante
la moglie di Utnapishtim
Soprano
Siduri
Recitante
una donna
Recitante
uno straniero
Recitante
Utnapishtim
Baritono
Note
Franco Battiato composeGilgameshsollecitato dall’accoglienza positiva e dal successo discografico diGenesi, il suo primo titolo teatrale (Parma, Teatro Regio, 26 aprile 1987). Ancor prima di conseguire successo come cantautore nell’ambito della cosiddetta musica ‘pop’, Battiato si era dedicato all’esplorazione delle diverse correnti musicali sperimentali europee, fino a conseguire, nel 1978, il Premio Stockhausen con il brano pianisticoL’Egitto prima delle sabbie. L’opera è preceduta da un prologo, in forma di melologo, che riassume la vicenda dello scontro tra Gilgamesh ed Enkidu, inviato dagli dèi a contrastare il re di Uruk. Nell’opera, Gilgamesh non compare come personaggio (e neppure Enkidu), ma la vicenda, costituita come una narrazione delle gesta dell’eroe sumero, lo suggerisce indirettamente come suo protagonista.

Atto primo. Gilgamesh regna su Uruk con modi tirannici e contrari al volere degli dèi, che decidono pertanto di assegnargli un avversario degno della sua forza: Enkidu, il figlio del silenzio. L’avversario soggiace tuttavia alla forza di Gilgamesh, che gli rende onore suggellando con lui un’eterna amicizia. Quando apprende della morte di Enkidu, Gilgamesh perciò si dispera; passa attraverso il giardino degli dèi, dove Siduri gli suggerisce la strada per giungere a incontrare Utnapishtim nel ‘Regno del Lontano’. Utnapishtim confida alla moglie di come la dea Ea gli avesse rivelato della decisione degli dèi di provocare il diluvio; al suo termine regna il silenzio, e Gilgamesh giace esanime.

Atto secondo. La vicenda (in questa seconda parte quasi interamente recitata), si trasferisce ora nella Sicilia del XIII secolo, dove sette saggi sufi dialogano sul senso della vita e sull’ascesi.

L’opera è composta prevalentemente da melologhi, danze e numeri strumentali. Gli unici due personaggi che intonano parti vocali vere e proprie appaiono collocati in posizione defilata rispetto al nucleo centrale della vicenda, e si limitano inoltre ad alcune brevi narrazioni. La partitura, nella quale appare evidente l’influsso esercitato su Battiato da una scrittura minimalista di sapore orientaleggiante, non convince del tutto per un’orchestrazione spesso ridondante, e per un impiego a tratti impacciato dei timbri strumentali elettronici.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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