Pietro Metastasio scrisse il libretto del
Re pastore, su richiesta dellâimperatrice Maria Teresa dâAustria, nel 1751: con le musiche del compositore di corte Giuseppe Bonno, il dramma era destinato allâinterpretazione di un piccolo gruppo di nobili âdilettantiâ, un cavaliere e quattro dame. Il poeta stesso dovette occuparsi delle prove e dellâallestimento, e lo spettacolo fu presentato con successo a SchĂśnbrunn in ottobre. Come di consueto, il libretto passò ben presto dallâambiente esclusivo della corte viennese al vasto mondo dei teatri dâEuropa: nel 1752 fu musicato da Sarti per Pesaro e in seguito fu ripreso da diversi musicisti, per un totale di venticinque intonazioni dal 1751 alla fine del secolo.
Lâargomento ha le sue fonti in Curzio Rufo e Diodoro Siculo, e non mancano riferimenti allâAmintadel Tasso. Il re di Macedonia Alessandro ha liberato Sidone dallâusurpatore Stratone e intende restaurare il legittimo erede al trono. Il re e il suo consigliere Agenore sono colpiti dalle nobili maniere del pastore Aminta, che si dichiara felice della sua vita semplice e dellâamore per la ninfa Elisa. Agenore riconosce in una pastorella lâamata Tamiri, figlia di Stratone, che dopo la sconfitta del padre ha trovato rifugio presso Elisa e non osa invocare clemenza presso Alessandro. Poco prima che Aminta chieda ai genitori di Elisa il consenso per le nozze, Agenore gli rivela che non è un semplice pastore ma Abdalonimo, erede al trono di Sidone. Per suggellare la pace, Alessandro vuole unire in matrimonio Aminta e Tamiri: i singoli personaggi reagiscono in modo contrastante a questa decisione, e non mancano i malintesi che li portano a dubitare del reciproco amore. Aminta rinuncia al trono per non abbandonare Elisa, ma Alessandro, venuto a conoscenza dei legami amorosi che giĂ uniscono le coppie, benedice lâunione di Aminta e Elisa, che avranno la corona di Sidone, e di Agenore e Tamiri, che riceveranno un altro regno.
In una lettera a Tommaso Filipponi del 10 giugno 1751, Metastasio offre una motivazione piuttosto divertente al titolo della sua nuova opera: ÂŤIl fatto è la restituzione del regno di Sidone al suo legittimo erede. Costui aveva un nome ipocondriaco, che mi avrebbe sporcato il frontespizio. Chi avrebbe potuto soffrire unâopera intitolataLâAbdalonimo? Ho procurato di nominarlo il meno che mâè stato possibile...Âť. In questo libretto il poeta rinuncia alla complessitĂ degli intrighi presenti nei suoi drammi per musica precedenti e si concentra su unâazione chiara e lineare, originata dalla decisione del re Alessandro di suggellare la pace con un matrimonio. Il genere pastorale consente di introdurre il tema del ritorno alla natura, evocando la semplicitĂ e la bontĂ genuine di epoche favolose. Il poeta non dimentica però il rango elevato dei suoi spettatori e introduce riflessioni sui doveri del buon sovrano: Aminta è il re ideale proprio perchĂŠ, pur essendo di nobili natali, è convinto della sua vocazione pastorale.
Hasse composeIl re pastorea Dresda, dove ricopriva lâincarico di Kapellmeister dal 1731; presentata il 7 ottobre 1755, ÂŤgiorno natalizioÂť di Augusto III, lâopera fu ripresa il 7 gennaio dellâanno successivo per la stagione di carnevale e ancora il 7 ottobre 1762 a Varsavia, sempre per il genetliaco del sovrano. Il compositore si conferma qui un fedele interprete della poesia di Metastasio: come giĂ osservarono i contemporanei, la sua musica sa adeguarsi a quellâesigenza di chiarezza ed equilibrio che caratterizza il testo. Se la linea vocale resta al centro dellâattenzione musicale, in alcuni casi il compositore tratta lâorchestra in modo autonomo: nellâaria di apertura affidata ad Aminta, âIntendo amico rioâ, la viola assume il compito di rappresentare il mormorio del ruscello, mentre lâaria di Alessandro (I,3) contiene unâefficace descrizione di tempesta. Per sottolineare gli elementi pastorali, inoltre, undici arie su sedici prevedono lâimpiego di strumenti a fiato. Allo schema generale della successione di recitativi semplici e arie fa eccezione un unico quartetto, posto alla fine del secondo atto: questo testo è presente nel libretto di Metastasio e Hasse lo intona come se non differisse da una normale aria, tranne che per lâampiezza maggiore. Pur restando entro i limiti delle convenzioni dellâopera seria, il musicista riesce a dimostrare una grande ricchezza dâinvenzione; il successo dellâopera trova una conferma indiretta nel fatto che Hasse ne riprese alcune arie inNitteti, presentata a Venezia nel 1758.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi