Nonostante la ricchezza del suo catalogo, la notorietà di Bernd Alois Zimmermann è legata soprattutto a quest’opera, in cui il compositore rivela al meglio la sua specificità espressiva, caratterizzata dalla combinazione eclettica di stili disparati. Il dramma di Lenz rappresenta un evento di importanza assoluta nella storia del teatro: la vicenda fonde elementi realistici (Lenz aveva svolto compiti di interprete nell’esercito francese) ad altri di critica sociale, badando alla caratterizzazione psicologica dei personaggi e a una struttura teatrale di notevole originalità . Scritto tra il 1774 e il ‘75,
Die Soldatendi Lenz venne pubblicato anonimo nel 1776, per essere quindi rappresentato soltanto nel 1863. Nella lettura di Zimmermann la vicenda – che in Lenz già metteva in luce una forte discontinuità con le tradizionali convenzioni espressive del teatro e la definitiva rottura delle unità aristoteliche di tempo, luogo e azione – si determina fuori dalla scena, anziché nell’incedere teatrale delle sue parti. Questa particolare nozione di tempo assurge così a vera protagonista dell’opera: non solo perché la struttura frantuma il tempo lineare in favore di un tempo soggettivo carico di interferenze, simultaneità , accelerazioni e dilatazioni narrative, ma anche perché, in una osmosi di temporalità diverse, il linguaggio musicale trae spunti formali dalla storia del Novecento: recitativi, jazz, uso strutturale ed espressivo della musica elettronica. Benché non sia eccessivo definire
Die Soldatenuna delle opere più importanti della seconda metà del Novecento, i suoi allestimenti non sono numerosi, per le notevoli difficoltà pratiche che essa comporta; si ricordano le riprese di Firenze (Teatro Comunale, 16 giugno 1977) e di Parigi, sotto la direzione di Pierre Boulez (Opéra, 1977).
Atto primo. A Lille. Marie, una giovane bella e vanitosa, corrisponde all’amore di Stolzius, un commerciante della città di Armentières; ma l’ufficiale di fanteria Desportes corteggia la giovane in modo insistente. In una piazza di Armentières gli ufficiali conversano sul loro costume di sedurre le ragazze in cambio di vaghe promesse di matrimonio; peraltro Wesener, il padre di Marie, accoglie con favore la relazione della figlia con Desportes.
Atto secondo. In un caffè di Armentières. Stolzius viene deriso dagli ufficiali di fanteria a causa dell’infedeltà di Marie; scrive allora all’innamorata, rimproverandola severamente. Costei, turbata dai toni della missiva, cede al corteggiamento di Desportes.
Atto terzo. Desportes è costretto a fuggire improvvisamente, per i debiti accumulati; Wesener lo aiuta con delle garanzie in suo favore. Intanto Marie viene corteggiata da Mary, un ufficiale amico di Desportes, che ben presto l’abbandona; allo stesso tempo prende a frequentare il conte de la Roche, ma lo abbandona quando viene a sapere che Desportes è tornato ad Armentières.
Atto quarto. Stolzius, per preparare la sua vendetta, si fa assumere da Mary: apprende, nel corso di una discussione tra costui e Desportes, i particolari della vicenda di Marie, che è descritta dai due in termini sprezzanti, dando alla ragazza della prostituta. Stolzius uccide allora Desportes avvelenandogli il cibo e quindi si suicida. In seguito, nel mezzo di una guerra e dopo averla disperatamente cercata, Wesener incontra, senza riconoscerla, la figlia Marie, che gli chiede disperatamente aiuto: ella è ora finita miseramente al seguito dei soldati. Impietosito, il padre le dona una moneta, pensando alla sua povera figlia che nel frattempo starà mendicando chissà dove, e si allontana, mentre Marie cade a terra disperata.
Gli stravolgimenti e le dilatazioni della dimensione temporale si ergono a effettivi protagonisti dell’opera: mediante il ricorso a scene in cui gli attori, i cantanti e le situazioni si sovrappongono, si intrecciano o addirittura si danno in modo simultaneo, Zimmermann crea una polifonia di eventi tanto suggestiva quanto coerente a una inusitata dimensione interiore del tempo. L’opera possiede la rara facoltà di conferire alla successione degli accadimenti un proprio ritmo interiore, come se suoni e rumori, gesti e tensioni affettive diventassero delle ‘interferenze mentali’, capaci di condurre lo spettatore nel campo di un tempo soggettivo. Nella partitura Zimmermann sedimenta un linguaggio eclettico, che attrae a sé larga parte del mondo sonoro del Novecento. In particolare risultano efficaci gli interventi elettronici che, lungi dall’essere sfruttati in una funzione subalterna, si integrano perfettamente nella struttura complessiva dell’opera, costituendone un elemento non trascurabile.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi