A indurre infine Mascagni a scrivere un’operetta fu forse Carlo Lombardo, compositore abituale del genere, che un giorno gli si presentò, mostrandogli un suo lavoro appena composto utilizzando pagine mascagnane poco note. Il compositore non acconsentì all’utilizzazione di quelle sue pagine, ma pensò forse che un’operetta avrebbe potuto scriversela da sé, con musica concepita appositamente per l’occasione. Il fine di quella risoluzione, ebbe a dichiarare, aveva anche una valenza autarchica: dimostrare che l’operetta italiana era in salute, e andava quindi sottratta «all’asservimento straniero ormai di moda». La trama prese spunto dalla
Duchessa del Bal Tabarindi Lombardo.
Sì è la stella delle Folies-Bergère; deve il suo soprannome al fatto di non dire mai di no a nessuno. Per entrare in possesso di un’eredità , Luciano, duca di Chablis, deve sposarsi. Propone quindi a Sì di sposarlo; poi, dopo aver ottenuto il denaro e prodotto le prove di un tradimento, potranno divorziare. Ma nella storia si intromette anche Vera, innamorata del duca, che cerca di scoprirne i piani. Capita allora che, mentre il duca si innamora di Vera, Sì provi, per la prima volta, un sentimento autentico per il marito. Ma per lasoubrettenon c’è speranza: Luciano ama Vera, e a Sì non resta che tornare alle Folies-Bergère.
Il Mascagni ‘operettista’ sa dosare sapientemente ironia e sentimentalismo, valzer brillanti e serenate alla luna, il cicaleccio delle telegrafiste con un duetto detto ‘americano’, perché fa la parodia della passione per i ballimade in Usa.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi