Grazie all’interessamento di Paolo Serrao, suo insegnante di composizione, Cilea ebbe un colloquio con l’editore Sonzogno, che lo invitò a musicare il libretto di Zanardini. Tomasino D’Amico, nella sua biografia sul musicista, scrive che il libretto non piacque a Cilea e che fu musicato solo perché egli non aveva molte altre carte da giocare e temeva, rifiutandolo, di urtare la suscettibilità dell’editore. Cilea vi lavorò nella quiete di Bagnara Calabra, dopo un lavoro preparatorio svoltosi per lo più a Napoli. Si ignora con esattezza quanto tempo occorse al musicista per ultimare la partitura: tra la data del contratto con Sonzogno (12 febbraio 1892) e quella della ‘prima’ passarono solo due mesi, ma parrebbe un periodo troppo esiguo, anche per un’opera non estesa come
Tilda.La sua ambientazione è tipicamente verista, tra gente umile e personaggi dalla passionalità schietta e prorompente; ma la vicenda, soprattutto nel finale, sembra riallacciarsi ad
Angelo, tyran de Padouedi Hugo, che Zanardini ben conosceva, avendo collaborato alla revisione della
Giocondadi Ponchielli.
Tilda è innamorata di Gastone ma questi, che intende sposarsi con Agnese, prova per lei solo un’attrazione fisica e le offre del denaro. Offesa e ferita, la fanciulla si accorda con un brigante, Gasparre, e fa rapire i due innamorati: Gastone non cede, mentre Agnese si abbandona alla disperazione, suscitando nella rivale comprensione e pietà . Combattuta tra due opposti sentimenti, Tilda incontra per l’ultima volta Gastone, confessandogli il suo amore; derisa, gli rivela – mentendo – di avere ucciso Agnese. Il giovane, sconvolto e disperato, la colpisce con un pugnale. Sopraggiunge Agnese, e Gastone comprende troppo tardi la nobiltà dei sentimenti di Tilda, che muore benedicendo i due amanti.
La prima rappresentazione vide protagonista Fanny Torresella, interprete dotata e destinata ad acquisire una vasta esperienza nel repertorio operistico dell’epoca. La critica lodò la vena melodica gradevole, le armonie sapienti e raffinate; tra le pagine più significative furono apprezzate le canzoni di Tilda, il brindisi di Gasparre e soprattutto l’Ave Maria che conclude il secondo atto. Il successo dell’opera fu seguito da varie rappresentazioni ad Ancona, Venezia, Milano e al Teatro dell’Esposizione musicale, al Prater di Vienna, dove Sonzogno aveva organizzato una stagione operistica di musicisti della sua casa. L’apprezzamento con il quale l’opera venne accolta nella capitale asburgica consentì a Cilea di continuare la sua collaborazione con Sonzogno e di accostarsi al più ambizioso soggetto dell’Arlesiana.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi