Sulla scia della moda per il fantomatico, mai esistito, antico poeta scozzese Ossian, reso popolare in Francia da un’antologia di Le Tourneur (1777) che traduceva le liriche di James Macpherson (1765), il mito del bardo era approdato con successo alle scene operistiche con ?
Ossian, ou Les bardsdi Lesueur (1804), cui nel decennio successivo si sarebbe aggiunta
La donna del lagodi Rossini (1819). L’atto unico di Méhul, rappresentato insieme a
Les Dettesdi Stanislas Champein (Parigi 1787), riscosse dapprima scarso successo, ma nel giro di un decennio venne allestito in tutta Europa, e in seguito ripreso già a partire dagli anni Novanta dell’Ottocento.
Uthal ha sottratto la signoria del territorio al suocero Larmor, che chiede ai guerrieri di Morven di aiutarlo nella vendetta. Malvina, che pure ha abbandonato il marito a causa delle sue prevaricazioni, chiede invano al padre di non ricorrere alla guerra. L’attacco viene rimandato al mattino seguente. Uthal incontra intanto Malvina, che non lo riconosce e così lo informa dei piani del padre; l’uomo viene tuttavia scoperto, e la battaglia ha luogo comunque. Uthal, sconfitto, viene condotto prigioniero e condannato all’esilio. Quando Malvina si dichiara pronta a condividere la sorte del marito, questi riconosce le proprie responsabilità e viene perdonato da Larmor.
Méhul interpreta il tono scuro della vicenda e la sua ambientazione (nella foresta, a mezzanotte) con scelte timbriche radicali: una sola donna tra i personaggi, assenza del coro femminile e, soprattutto, la completa abolizione dei violini, sostituiti dalle viole. Alla mano sicura nell’orchestrazione, il compositore unisce altrettanto coraggio nell’armonia e persino nelle precise indicazioni dei segni dinamici. Tra i ruoli vocali, alieni da ogni virtuosismo, spicca il personaggio di Malvina, vera protagonista, contesa tra l’amore per il padre e quello per il marito. Il conflitto diventa diretto in due duetti, dei quali quello con Uthal “Uthal! O ciel! Uthal!”, preceduto dal recitativo e romanza di Uthal “Quoi! Je la cherche envain”, occupa il centro della vicenda drammatica.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi