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Volo di notte
Un atto proprio, da Vol de nuit di Antoine de Saint-Exupéry
Musica di Luigi Dallapiccola 1904-1975
Prima rappresentazione: Firenze, Teatro della Pergola, 18 maggio 1940

Personaggi
Vocalità
I impiegato
Tenore
II impiegato
Tenore
III impiegato
Baritono
il radiotelegrafista
Tenore
il signor Rivière
Basso
IV impiegato
Basso
la signora Fabien
Soprano
Leroux
Basso
Pellerin
Tenore
Robineau
Basso
Voce interna
Note
«Io non avrei scelto il libro di Saint-Exupéry e non ci avrei pensato dal 1934 al ’38 se non avessi intravisto un valore universale nella figura di Rivière (...). Il libro e anche la mia opera hanno al centro la volontà di un uomo che tende al futuro e quindi Rivière siete voi, sono io, siamo tutti noi che stiamo al di fuori della ‘massa’, di quella massa alla quale oggi si tenta di dare un’importanza preponderante». Così replicava Luigi Dallapiccola a Gian Francesco Malipiero, il quale obiettava all’autore diVolo di nottedi non riuscire «a conciliare la musica con la vitad’oggi». E sono parole che testimoniano come fin dalla sua prima opera per il teatro, quella che a prima vista sembrerebbe scendere sul piano dei miti attivistici e superomistici, della fede nel progresso tecnologico e dell’esaltazione del sacrificio degli uomini per il trionfo dell’uomo-forte e delle sue idee, Dallapiccola si assuma l’impegno di una poetica antidemagogica, che accomuna persecutori e vittime, parimenti soccombenti sotto il peso delle azioni umane.

Nelle sei scene dell’atto unico, Dallapiccola riassume gli episodi principali del romanzoVol de nuitdi Saint-Exupéry. Il direttore di compagnia di navigazione aerea Rivière ha istituito i voli notturni per accelerare il traffico postale e, sul far della notte, è in attesa del rientro degli aerei postali dal Cile, dal Paraguay e dalla Patagonia. I primi due fanno ritorno alla base, mentre il pilota del corriere della Patagonia, Fabien, dà notizia dell’avvicinarsi di un uragano. La penuria di carburante e la furia della tempesta gli impediscono di superare le Ande. Via radio, la moglie di Fabien assiste alla lotta senza speranza del pilota contro la forza degli elementi della natura, ponendo a Rivière il problema del sacrificio e del dolore del singolo rispetto all’azione suprema di conquista da lui intrapresa. Benché sconfitto, Rivière non rinuncia ai voli notturni e, quella stessa notte, ordina la partenza del corriere d’Europa. Come dice Rivière, «lo scopo è forse discutibile, ma l’azione libera dalla morte», dal momento che «solo l’avvenimento in cammino ha importanza».

Nell’opera la signora Fabien assume maggiore importanza che nel romanzo di Saint-Exupéry; Dallapiccola le affida una visione della vita alternativa a quella eroica di Rivière, nella quale egli maggiormente si riconosce. I colloqui della signora Fabien con l’ispettore di volo Robineau e con Rivière, nella scena quarta, proiettano infatti uno spiraglio dialettico nella fermezza del direttore della compagnia aerea. Una visione dialettica che si riflette anche nell’episodio finale, quando Rivière ormai solo si trova a mormorare sommessamente le parole della donna, in cui è implicito un’interrogativo sul destino del singolo, contrapposto all’imperativo della missione comune: «Rivière il grande, Rivière il vittorioso, solo trascina la catena della sua pesante vittoria».

InVolo di notteil musicista sperimenta un tipo di opera sintetica, concepita come crescendo espresso in un’azione serrata e continua, nella quale sono ridotti al minimo i momenti di stasi lirica e l’organizzazione architettonica del lavoro è determinata da forme chiuse di tipo strumentale che, senza interrompere lo svolgimento del dramma, lo scandiscono nella compenetrazione perfetta dei piani vocali e strumentali, mettendone in piena evidenza i nessi. È il modello desunto dalla drammaturgia di Alban Berg, che inVolo di nottetrova chiari parallelismi: nel potere costruttivo affidato al ritmo musicale, quale risulta soprattutto nel ‘pezzo ritmico’ della scena terza, che discende direttamente dalla ‘Monoritmica’ dellaLuluberghiana; negli elementi jazzistici del ‘movimento di blues’ della scena prima, ispirati ai passi analoghi delWozzeck; piuttosto nella matrice strumentale del ‘corale con variazioni’ e ‘finale’ della scena quinta e dell’‘inno’ dell’ultima; fino alla condivisione di tipologie differenziate diSprechgensang, che vanno dal semplice parlato alla declamazione ritmica «con un po’ di suono», passando attraverso il parlato ritmico e il declamato ritmico «quasi senza timbro»; mezzi sperimentati in modo particolarmente felice nella parte del radiotelegrafista (con una sorta dihistoricusche rende scenicamente presenti gli eventi che si svolgono al di sopra delle nuvole), il quale legge con partecipazione crescente i messaggi di Fabien nella scena quinta, fino a trasformarsi impercettibilmente nel canto dello stesso Fabien in caduta libera col proprio aereo. L’adesione ai portati della Scuola di Vienna si manifesta inoltre inVolo di nottecome approfondimento della tecnica dodecafonica, che nell’opera di Dallapiccola ha una funzione più espressiva che strutturale, dal momento che la serie vi è utilizzata in modo sporadico e con intento ora coloristico, ora melodico, quali momenti cromatici in un contesto dagli accenti ancora lievemente arcaizzanti. Tipica è la cornice seriale nella quale vengono collocati i numerosi materiali motivici desunti dalleTre laudi, come il tema ‘Altissima visione’, tratto dall’esordio della prima lauda, sottoposto nell’opera a tutte le permutazioni seriali e messo a cornice formale della sua composizione. Spetta a questo motivo dodecafonico mettere in comunicazione due episodi di segno opposto, determinanti per il significato dell’opera: da una parte la caduta mortale dell’aereo di Fabien nel momento in cui il pilota, quasi trasfigurato, scorge le stelle del cielo («Non abbiamo più essenza», sono le sue ultime parole, riferite dal radiotelegrafista), dall’altra il ritorno finale dello sconsolato Rivière al proprio tavolo di lavoro. Qualche anno più tardi, forse pensando proprio a questo nesso, Dallapiccola confesserà: «A mia insaputa inVolo di notte, per la prima volta nella mia vita, ho compiuto la mia scelta: di preferire coloro che soffrono a coloro che riportano la vittoria».
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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