Prima opera del compositore e prima opera russa rappresentata allâestero (Praga 1866), nacque dallâamicizia di Glinka con il poeta (e precettore dei figli dello zar) Vasilij Ĺ˝ukovskij, che suggerĂŹ non solo il soggetto e il profilo del protagonista, lâeroica figura del contadino pronto a sacrificare la propria vita per difendere quella dello zar Michail, primo della dinastia dei Romanov, ma anche il librettista, il barone Egor Rozen, segretario dellâerede al trono. La scelta del celebre episodio rientrava nel clima di esaltazione dei valori nazionali e dellâautocrazia zarista a cui Glinka aderĂŹ nel 1834, al suo rientro da un lungo viaggio allâestero, su sollecitazione di Ĺ˝ukovskij. Alla stesura del libretto collaborarono lo stesso Ĺ˝ukovskij (a lui si deve lâepilogo, esplicita apoteosi dellâideologia zarista), lo scrittore Vladimir Sollogub (i cori iniziali e la cavatina di Antonida del primo atto) e lâamico e poeta Nestor Kukolânik (la scena di Vanja davanti alle porte del monastero nel quarto atto, aggiunta nel 1897, dopo la prima rappresentazione, per ampliare il ruolo del contralto Anna VorobâĂŤva, che aveva avuto uno strepitoso successo come interprete di Vanja). Glinka cominciò a comporre nel 1834 sulla base di una traccia stesa da Ĺ˝ukovskij, spesso precedendo il lavoro del librettista: alla fine dellâanno successivo lâopera era pronta. Il titolo primitivo,
Ivan Susanin, venne mutato in
Una vita per lo zarsu suggerimento dello stesso zar Nicola I, cui lâopera era dedicata: venne poi ripristinato nel 1939, in una nuova versione dellâopera âsovietizzataâ a opera del poeta Sergej Gorodeckij, con qualche interpolazione e attenuazione del tono troppo filozarista. La âprimaâ fu un evento, non privo di polemiche, nel mondo musicale della capitale: lâopera fu definita a buona ragione il punto di svolta tra passato e futuro della musica russa, e trovò tra i suoi piĂš accesi sostenitori letterati famosi come PuĹĄkin, Gogolâ, Herzen.
Atto primo. Nel villaggio di Domnino. I contadini cantano la fedeltĂ allo zar e salutano lâarrivo della primavera; Antonida, figlia di Susanin e fidanzata di Sobinin, è felice per lâavvicinarsi del giorno delle nozze (âV pole cistoe gljaĹžuâ, âGuardo lâampio campoâ). Entra Susanin e gela la gioia della figlia: non ci sarĂ matrimonio finchĂŠ il futuro del paese resterĂ incerto. Sobinin porta la notizia che lâesercito di PoĹžarskij ha sconfitto i polacchi, e che il nuovo zar Michail Romanov è stato eletto dallâassemblea dei boiari: Susanin benedice gli sposi e tutti si rallegrano.
Atto secondo. In un palazzo polacco si sta svolgendo un ballo con militari e civili. Arriva un messaggero con la notizia della sconfitta polacca e dellâelezione del nuovo zar, che esclude cosĂŹ il pretendente polacco, il principe Wladislaw. Un drappello di soldati viene immediatamente spedito a Kostroma, dove risiede il nuovo zar, per farlo prigioniero.
Atto terzo. Susanin annuncia al figlio adottivo Vanja lâelezione dello zar Michail: ai timori del ragazzo per una possibile rappresaglia polacca, Susanin risponde che nessuno riuscirĂ a trovare il nuovo zar, ben nascosto in un monastero. Antonida e Sobinin si uniscono in un quartetto di felicitĂ e speranza. Arriva un drappello di soldati polacchi che, fingendosi in missione ufficiale, chiede di essere portato in presenza del nuovo zar. Susanin prima rifiuta poi, minacciato, finge di accettare: cercherĂ di condurli fuori strada e intanto manda Vanja al monastero ad annunciare lâimminente pericolo. Antonida, intuendo che la vita del padre è in pericolo, si dispera, in presenza delle amiche venute a festeggiare il fidanzamento. Sobinin, alla notizia dellâarrivo dei polacchi, si mette a capo di un gruppo di contadini pronti alla vendetta.
Atto quarto.Sobinin, con i contadini in armi, è sorpreso da una tempesta nella foresta, ma li incoraggia a non desistere (âBratci, v metelâ, âFratelli, nella tempestaâ). Vanja arriva al monastero e mette al corrente della situazione i monaci e lo zar (âBednyj konâ v pole palâ, âIl povero cavallo è caduto nel campoâ). Irritati con Susanin, che non li ha ancora condotti dallo zar, i polacchi decidono di fermarsi nella foresta per la notte e si addormentano. Susanin sa di avere le ore contate e aspetta lâalba pregando e meditando (âTy pridĂŤĹĄ moja zarjaâ, âVieni, mia albaâ): quando è sicuro che Vanja ha avuto il tempo necessario per compiere la missione, rivela ai polacchi lâinganno e viene ucciso. Sobinin con i suoi attacca i polacchi, ma troppo tardi per salvare Susanin.
Epilogo. Sulla Piazza Rossa di Mosca una folla immensa attende lâinconorazione dello zar Michail: sono presenti anche Antonida, Sobinin e Vanja, affranti per la morte di Susanin. I soldati li confortano, assicurandoli che lo zar non dimenticherĂ il sacrificio dellâeroe. Tutti intonano lâinno di gloria allo zar (âSlavâsja, slavâsja, naĹĄ russkij Carââ, âGloria, gloria al nostro zar russoâ).
Da un punto di vista musicale, lâopera si muove su unâantitesi evidente: lâambito russo e lâambito polacco. Mentre la linea scelta dal compositore per lâambito polacco è basata su ritmi di danza (mazurka,pas de quattre,polonaise) e su declamazioni corali abbastanza impersonali, per quello russo emerge una ricchezza melodica del tutto sconosciuta alla musica russa del tempo, dovuta sia alla vasta cultura assorbita su scala europea (Glinka aveva sentito in Italia le opere di Rossini e Bellini, in Germania quelle di Weber e Beethoven) sia a un attento studio del patrimonio musicale russo colto (panegirici e cantate del tardo Settecento e del primo Ottocento) e popolare (canti e cadenze rituali alla base, per esempio, del coro delle fanciulle che festeggiano il fidanzamento di Antonida). Motivo unificante il tema trionfale del coro finale âSlavâsjaâ, diventato subito una sorta di secondo inno nazionale, che affiora fin dal primo atto nellâaria di Susanin (accompagnato dal coro) âCarâ, Zakonnyj carââ (âZar, legittimo zarâ); ritorna nel terzo, allâannuncio dellâelezione, quando tutta la famiglia di Susanin cade in ginocchio (âBoĹže, BoĹže, ljubi Carja, BoĹže proslav Carjaâ, âSignore, Signore, ama lo zar, Signore, dĂ gloria allo zarâ) e di fronte ai soldati polacchi, quando Susanin afferma la sua lealtĂ e il suo amore per il sovrano.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi