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Viaggio del signor Broucek nel XV secolo
[Vylet pana Broucka do XV století] Opera in due atti di Frantisek Serafínsky Procházka, dal romanzo omonimo di Svatopluk Cech
Musica di Leós Janácek 1854-1928
Prima rappresentazione: Praga, Teatro Nazionale, 23 aprile 1920

Personaggi
Vocalità
comandante hussita
Mimo
II taborita
Baritono
II taborita
Tenore
Kedruta
Contralto
lo spettro del poeta Svatopluk Cech
Tenore
Note
IlViaggio del signor Broucek nel XV secolo(tratto dal romanzo satirico di Svatopluk CechNuovo sensazionale viaggio del signor Broucek, questa volta nel XV secolo, 1888) è un’opera scritta all’insegna di uno spirito diengagementdichiarato ed evidentemente acuitosi in Janácek nel corso del primo conflitto mondiale, allo scopo di denunciare, sia pure attraverso la trasposizione storica nel passato, l’atteggiamento condiscendente – quando non addirittura apertamente complice – di troppi cèchi nei confronti dell’oppressore.

La seconda vicenda in cui il signor Broucek si trova, ancora una volta suo malgrado, proiettato a ritroso cinque secoli orsono, è ambientata in piena guerra hussita, e precisamente allorché i seguaci del teologo boemo Jan Hus, bruciato sul rogo nel 1415, combatterono vittoriosamente contro l’esercito del re tedesco Siegmund, che doveva ricondurre all’obbedienza gli insorti protestanti praghesi. Questa volta Broucek sogna di sprofondare nelle oscure e paurose cavità sotterranee del castello di Praga (in cui gli apparirà anche lo spettro di Svatopluk Cech). Pur recalcitrante, per via della sua connaturata pavidità, si troverà trascinato in guerra, a compiere il suo dovere di patriota, da un valoroso manipolo di eroici difensori della patria minacciata. Broucek, il cui aspetto è ancor più buffo del solito a ragione di una bizzarra e variopinta divisa, cercherà terrorizzato qualsiasi pretesto pur di sottrarsi al combattimento finale, salvo poi, una volta che questo si è concluso a favore dei patrioti hussiti al comando di Jan Zizka, fare lo sbruffone, vantandosi di fantasiose prodezze belliche. Sarà Petrík (che altri non è se non il solito Mazal del primoViaggio) a svergognarlo pubblicamente, testimoniando di averlo sorpreso in assai poco eroico atteggiamento mentre supplicava un soldato tedesco di risparmiargli la vita. La folla inferocita per la sua infamia lo brucia vivo dentro un barile di birra, ma Broucek si risveglia dall’incubo, ritrovandosi come al solito all’interno della familiare osteria Vikárka.

La musica del secondoViaggioè contraddistinta dall’evocazione di antiche fanfare, da mistici cori sacri e da numerosi canti di guerra hussiti, non citati ma scrittiex novodal compositore cèco. Anche nelViaggio del signor Broucek nel XV secolo, la prosaicità senza speranza di riscatto del protagonista entra in stridente contrasto con un ambiente a lui estraneo. Ma mentre nel primoViaggioanche il termine di paragone del filisteismo piccoloborghese di Broucek – ovvero lo pseudointellettualismo estetizzante praghese – è oggetto di beffarda e caustica irrisione, nel secondo episodio l’hussitismo è presentato come valore assoluto, come modello ‘corale’ di volontà di riscatto nazionale da prendere ad esempio. Sono proprio le pagine corali a scandire la vicenda e a esse si contrappone la «mordace stilizzazione vocale e strumentale» (Pestalozza) del meschino e opportunista signor Broucek. La prima rappresentazione dei dueViaggi(entrambi dedicati al presidente della Repubblica cèca, Tomás Masaryk) ebbe luogo a Praga, nel 1920, poco meno di due anni dopo la proclamazione dell’indipendenza della Cecoslovacchia, fra il disinteresse della critica e lo scarso entusiasmo del pubblico, che forse non gradì quell’impietoso ritratto musicale, generato dal pessimismo moralistico di Cek e Janácek, di una piccola borghesia degradata e priva di un profondo senso di orgoglio e identità nazionale, quando non incline a sordidi compromessi con il potere, quale esso fosse.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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