Interpretare una fiaba è un'esigenza irrinunciabile dell'intelletto e del cuore. Ma guardare dietro a una fiaba - e smascherarla - può essere anche doloroso. Nel fondo di ogni allegoria fantastica vibrano tensioni umane. E nella fissità ironica della narrazione surreale si può cogliere la dura e subdola realtà . La vicenda della candida bambina inglese dell'età vittoriana che sprofonda in un mondo autoritario, capriccioso e crudele, pieno di incoerenze, menzogna, cinismo e viltà , si presta ad ogni sorta di interpretazioni. il viaggio dell'Alice di Lewis Carroll è lui stesso uno specchio deformante in cui ci si può contemplare, per uscirne magari turbati, anziché divertiti. La storia di Alice, tra l'altro, ha poco della fiaba: manca la matrice popolare, e vi si percepisce invece un mondo di ombre inquietanti che guizzano dietro alla storiella irreale di oggetti, fiori e animali parlanti.
Testoni, nel narrare in forma operistica una vicenda insolita per l'opera, ha utilizzato un linguaggio musicale molto teso. C'è tuttavia una discrepanza fra il canto, semplice e lineare nel seguire i corretti accenti della prosodia italiana, e la condizione armonica, dotata di una continua torsione, che genera un senso di movimento interiore nelle sue continue risoluzioni e cadenze. Alice è un'opera grandiosa e ambiziosa. Un'opera che è anche un atto di fiducia nella forma dell'opera, per molti anni dichiarata obsoleta nel nostro secolo, con parole e "opere". Non è un'opera per l'infanzia infarcita di filastrocche come ci si potrebbe aspettare. Il soggetto fantastico pare scelto per dare sfogo all'urgenza della fantasia musicale. E' un'opera percorsa da rivoli di belcanto. Posta a mezza via fra la commedia lirica e l'opera buffa, Alice è in realtà un'opera d'atmosfera notturna che volge al tragico. La sua ricchezza sta nella varietà delle situazioni emotive: c'è tanto lirismo triste, vi abbonda il gesto possente, la robusta ritmica dà concretezza reale alle situazioni, la forza nervosa del policromo continuum tende a sopraffare l'ascoltatore, ma vi sono anche molti schivi ripiegamenti verso la seriosità . L'eleganza aristocratica dello stile tiene conto della grande tradizione del Novecento e del passato romantico, nei quali l'autore si riconosce. Non è una questione di nostalgia, ma la certezza che il grande fiume della musica tonale è lingua viva, che non ha ancora esaurito le proprie possibilità espressive.
Franco Pulcini