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Peter Grimes
Opera in un prologo e tre atti di Montagu Slater, dal poema The Borough di George Crabbe
Musica di Benjamin Britten 1913-1976
Prima rappresentazione: Londra, Sadler’s Wells, 7 giugno 1945

Personaggi
Vocalità
Auntie
Contralto
Ellen Orford
Soprano
Hobson
Basso
Horace Adams
Tenore
il capitano Balstrode
Baritono
il dottor Crabbe
Mimo
metodista
Tenore
Mrs. Sedley
Mezzosoprano
Ned Keene
Baritono
nipote di Auntie (2)
Soprano
nipote di Auntie (2)
Soprano
Peter Grimes
Tenore
Robert Boles
Tenore
Swallow
Basso
un ragazzo apprendista
Mimo
Note
La genesi dell’opera che consacrò Benjamin Britten nel ruolo di uno dei massimi compositori di teatro musicale (e del teatrotout court) del secolo è legata a una commissione esterna. Fu infatti il direttore d’orchestra russo-americano Sergej Koussevitzky a offrire nel 1942 a Britten mille dollari per una nuova opera: rimasto da poco vedovo, il direttore d’orchestra volle onorare la memoria della consorte istituendo una fondazione, che avrebbe poi avuto grandi meriti nel sostenere la musica contemporanea. Al tempo della commissione, Britten si trovava negli Stati Uniti e vi aveva riscosso notevole successo con alcune composizioni strumentali e sinfoniche, nonché con il suo primo esperimento teatrale, l’operettaPaul Bunyansu testo di W.H. Auden, rappresentata alla Columbia University nel maggio del 1941. In quel medesimo periodo, Britten fece casualmente la conoscenza del poemaThe Boroughdi George Crabbe (1755-1832), autore nato e vissuto ad Aldeburgh, nel Suffolk, dove Britten aveva preso la sua residenza, e dove più tardi avrebbe fondato insieme a Peter Pears un celebre festival. Il poema di Crabbe descriveva con grande vivacità la vita e i caratteri di quel borgo di pescatori, e fra questi in particolare la sinistra figura di un certo Peter Grimes, inviso ai concittadini per la sua natura violenta e accusato di causare la morte di tutti i suoi giovani apprendisti. L’immagine originale di questo pescatore sarebbe poi cambiata radicalmente nelle mani di Britten, o almeno avrebbe assunto tratti più sfumati e ambigui, in un ritratto psicologico tra i più complessi del teatro d’opera contemporaneo. Inizialmente, Britten pensò di coinvolgere nel progetto, per la stesura d’un libretto, l’amico Christopher Isherwood, che però declinò immediatamente l’invito. Si rivolse allora a Montagu Slater, che già nel 1943 fu in grado di fargli avere il lavoro finito. Da intellettuale della sinistra inglese, al pari di Britten, Slater trasformò Peter Grimes in una vittima della comunità: il suo modo di comportarsi, violento e agitato, è il frutto della tensione spasmodica verso una migliore situazione sociale, di una promozione di sé attraverso il denaro. Per questo, Peter Grimes distrugge la propria vita e quella dei suoi poveri apprendisti in un’incessante smania di lavoro. Di conseguenza, specchio dello straniamento umano del protagonista diventarono gli abitanti del villaggio, con i loro pregiudizi, i loro tic, la cattiveria deigossips, l’ipocrisia eretta a sistema di valore indistruttibile. Effettivamente, ciascuno dei caratteri che prendono vita nella microstoria del borgo è una pedina ugualmente irrinunciabile nell’economia del dramma che, muovendosi intorno alla progressiva follia di Grimes, si risolve in una denuncia terribile verso il complesso di superiorità dei suoi concittadini e sulla loro totale mancanza d’umanità. Non si deve neppure trascurare il ruolo che nella definizione psicologica di Grimes ebbe il tenore Peter Pears, grande amico e compagno d’arte di Britten, suo ispiratore per la maggior parte dei lavori vocali. Così, Grimes avrebbe inizialmente dovuto avere la voce d’un baritono: fu però ben presto chiaro che il diretto coinvolgimento di Pears nella drammaturgia dell’opera avrebbe destinato proprio a lui – fino ad allora noto quasi soltanto per esecuzioni di musica vocale da camera – il ruolo del protagonista. La scelta di Pears per la creazione del personaggio ne mutò notevolmente la psicologia tormentata: da mostro del villaggio delineato da Crabbe, a vittima della corsa al denaro e a una migliore posizione sociale. Slater, Pears e Britten pervennero infine a definire un solitario stralunato, toccante esempio d’incomunicabilità. Il personaggio divenne così in primo luogo il paradigma del diverso e del suo annientamento in un microcosmo crudele di ‘uguali’. In questa dimensione si fissò dunque la portata etica dell’opera di Britten, che inaugurava un modello in larga misura nuovo di teatro morale, destinato a ingigantire la forza dolente degli umiliati e offesi, dei più deboli, delle vittime della violenza sociale e del pregiudizio; su questi temi si muoverà pressoché tutto il successivo teatro di Britten: daThe Rape of Lucretia(apologo sulla violenza che uccide l’amore), alla satira antivittoriana diAlbert Herring, alla denuncia dello sfruttamento dell’infanzia inThe Little Sweep, alla distruzione della bellezza e della purezza a opera dell’invidia e della frustrazione sessuale inBilly Budd, fino al gioco raccapricciante di possessione di due anime infantili in quello che è forse il capolavoro sommo di Britten,The Turn of the Screw, tratto dal racconto omonimo di Henry James. ConPeter Grimesinizia quindi a svilupparsi anche la relazione privilegiata fra Britten e il mondo dell’infanzia: nella figura muta e sofferente del piccolo apprendista, destinato a morte prematura e violenta, si cela la radice di tutte le future denunce di Britten riguardo alla violenza degli adulti sulla purezza dei piccoli. La prima esecuzione dell’opera, al Sadler’s Wells, in una Londra ancora gravemente ferita dalla guerra, rappresentò per l’arte inglese un momento di gloriosa rinascita: in Britten, finito l’incubo bellico, la cultura britannica ritrovava finalmente quel grande compositore che forse stava aspettando addirittura dai tempi di Henry Purcell. Il teatro sociale di cuiPeter Grimesdivenne il modello popolare costituì un simbolo di riscatto di grande peso storico, dopo le barbarie vissute dal mondo in quegli ultimi sei anni. L’opera fu diretta da Reginald Goodall, e venne messa in scena fra mille difficoltà economiche da Eric Crozier, futuro librettista diAlbert Herringe diLittle Sweep; gli interpreti vocali furono Peter Pears (Grimes), Joan Cross (Ellen Orford), Roderick Jones (Balstrode). Da alloraPeter Grimesha goduto di un’infinità di produzioni illustri, a cominciare da quella del Berkshire Festival di Tanglewood nel 1946, lapremièreamericana dell’opera, affidata alla bacchetta di un ancora sconosciuto Leonard Bernstein, allora allievo prediletto del vecchio Koussevitzky. Curiosamente Britten – che pure fu un direttore d’orchestra di prim’ordine – non diresse mai in teatro la sua opera: ne realizzò tuttavia una superlativa registrazione discografica, e anche una versione cinematografica per la Bbc nel 1969. Tra i maggiori interpreti dell’opera si ricordano in particolare Rafael Kubelik (Covent Garden 1958, regia di John Cranko) e Colin Davis (Covent Garden 1969, Teatro alla Scala 1976, spettacolo di Elijah Moshinsky). Nell’edizione di Colin Davis ha avuto un peso fondamentale la partecipazione del tenore Jon Vickers nei panni del protagonista: la sua interiorizzazione drammatica del personaggio ha rappresentato per la prima volta il superamento del modello squisitamente lirico di Pears, e ha illuminato di una nuova forza tragica la vicenda interpretativa dell’opera.

Prologo. L’interno della Moot Hall. Si sta procedendo a dar termine all’inchiesta sulla morte di un piccolo apprendista di Peter Grimes: Swallow, il procuratore, stabilisce che si è trattato di «circostanze accidentali», ma lo invita a non assumere altri apprendisti. Grimes si lamenta tuttavia di non essere stato del tutto scagionato agli occhi del villaggio (primo interludio marino, ‘L’alba’).

Atto primo. Una strada del villaggio in riva al mare, di fronte alla taverna ‘The Boar’. È prima mattina, e tutto il villaggio esce in strada per lavoro o commissioni; tutti si salutano, tutti si conoscono. Peter Grimes è in difficoltà nel tirare in secca la sua barca da solo: chiede aiuto, ma nessuno gli dà retta. Il farmacista Ned Keene gli comunica di aver trovato un nuovo apprendista per lui, e che si tratterebbe soltanto di andarlo a prelevare all’orfanotrofio con un carro; ma Hobson, il carrettiere, ribatte che il suo carro è già pieno. È allora Ellen Orford, la maestra elementare, che si offre di andare a prendere il ragazzo, per dare a Grimes nuove opportunità; critica aspramente le malelingue del borgo (“Whatever you say, I’m not ashamed”) e parte con Hobson per la sua missione. La tempesta s’avvicina e tutti rientrano nelle loro case o alpub. Rimasti soli, Grimes e il capitano Balstrode, ufficiale in pensione, hanno un colloquio. Balstrode gli chiede perché preferisca subire la furia della tempesta piuttosto che rifugiarsi al ‘Boar’, e lo mette in guardia sulla sua fama di mostro violento con i bambini. Grimes racconta allora l’orrendo giorno in cui si trovò solo, in mezzo a una tempesta di mare, col cadavere del suo apprendista morto a bordo; vuole riscattarsi, sposarsi e far soldi. Rimasto solo, Grimes invoca un po’ di pace e spera nell’amore di Ellen (secondo interludio marino, ‘Tempesta’). All’interno del pub ‘The Boar’, Mrs. Sedley aspetta il farmacista che le deve portare il laudano. Balstrode rivolge le sue attenzioni alle due nipotine di Auntie, la proprietaria del locale, che sono l’attrazione del luogo. Anche Boles, il metodista, è ubriaco e perso dietro le due ninfette; lo tiene a bada Balstrode, che spiega a tutti la morale della taverna (“We live and let live, and look”). La porta si spalanca ed entra Peter Grimes, ancor più stralunato del solito (“Now the Great Bear and Pleiades”). Il suo arrivo suscita l’ostilità generale: Boles, addirittura, vorrebbe spaccargli una bottiglia in testa, ma Balstrode lo ferma. La tensione è al massimo, finché Ned Keene, invitato da Balstrode, non attacca una canzone che in breve coinvolge tutti (“Old Joe has gone fishing”). Si apre però nuovamente la porta e giunge Hobson, con Ellen e il nuovo apprendista, infreddoliti e stanchi. Peter taglia corto e si porta via il ragazzo a casa. «A casa? E la chiama casa!», replicano tutti, inorriditi.

Atto secondo. (Terzo interludio marino, ‘Domenica mattina’). Qualche settimana dopo, in una bella mattina di una domenica, suonano le campane e tutti si recano in chiesa. Giunge anche Ellen col piccolo apprendista (“Glitter of waves”). Mentre lavora a maglia, la maestra s’accorge che la camicia del ragazzo è strappata; questi cerca di nascondere qualcosa che ha sul collo, ma Ellen scopre un grosso livido, e pensa subito a una nuova violenza di Grimes. Questi sopraggiunge per portare il ragazzo al lavoro, e quando Ellen protesta facendo notare che la domenica è un giorno di riposo, il pescatore replica dicendo di doversi comprare una casa e mettere così a tacere i pettegolezzi del villaggio. Allora Ellen gli chiede come il ragazzo si sia procurato il livido; Grimes ribatte che è successo in mare, durante la tempesta. Ellen lo rimprovera e gli ricorda che non potrà comprarsi la pace; Grimes urla di disperazione e la colpisce. La scena viene osservata da Auntie, Ned e Boles, che non sono andati in chiesa. Lentamente, tutto il paese si ritrova sulla piazza e comincia a fomentare altre accuse contro Grimes, mentre Balstrode tenta, invano, di calmare gli animi. Il ritornello generale è «Grimes ha ricominciato». La collera collettiva è attizzata da Boles, e inutilmente Ellen cerca d’illustrare i suoi progetti di redenzione per Grimes e le sue attenzioni nei confronti del piccolo apprendista (“We planned that their lives”): tutti ormai sono anche contro di lei, e la folla inferocita decide di recarsi alla capanna di Grimes (coro “Now is gossip put on trial”). In scena rimangono solo Ellen, Auntie e le due nipoti, lamentando la furia degli uomini (“From the gutter”). (Quarto interludio marino, ‘Passacaglia’). Nella sua miserabile capanna, ricavata da una barca rovesciata, Grimes incita il ragazzo al lavoro: devono salpare subito, per non perdere un ricco branco di pesci. È sovraeccitato e parla a frasi spezzate, cercando di spiegare all’apprendista quali siano stati i suoi giorni di ragazzo e le sue speranze (“Go there! Here’s your sea boots!”). Si sente in lontananza il coro degli uomini del villaggio. Grimes capisce che vengono per lui e s’infuria col ragazzo: lo accusa d’aver parlato troppo con Ellen. Decide di fuggire per la scogliera, proprio quando la folla giunge davanti alla sua porta. Nel calarsi sugli scogli, il ragazzo precipita e muore. Grimes fugge: intanto nella capanna sono entrati il parroco, Swallow e Ned. Non trovano nessuno e tornano indietro insieme agli altri. Solo Balstrode, rimasto solo, va a vedere dall’altro lato della capanna, quello che dà sulla scogliera, e s’accorge immediatamente dell’accaduto.

Atto terzo. (Quinto interludio marino, ‘Chiaro di luna’). Qualche giorno più tardi, di notte, sulla piazza del borgo, è in corso un ballo. Mentre tutti fanno festa, giunge Mrs. Sedley ad annunciare al farmacista che Peter Grimes è un assassino: nessuno ha più visto il ragazzo da un paio di giorni. Frattanto anche Balstrode informa Ellen della scomparsa di Grimes e del ragazzo. Ellen ha trovato sulla spiaggia la maglia dell’apprendista (“Embroidery in childhood was a luxury of idleness”). Decidono di ritrovare Grimes e aiutarlo, ma Mrs. Sedley ha ascoltato il colloquio e visto la prova della maglia: corre ad avvertire il procuratore Swallow. Costui incarica Hobson di ritrovare Grimes, e comincia la caccia all’uomo (coro “Who holds himself apart”). (Sesto interludio marino). Tutto il villaggio è alla ricerca di Grimes, e si sentono lontane le voci che lo chiamano. Peter è solo in scena, la mente sconvolta (“Steady. There you are! Nearly home!”). Lo raggiungono Ellen e Balstrode per portarlo a casa, ma egli è ormai completamente assente. Balstrode allora offre il suo aiuto a Peter, per mettere la barca in mare e poterla poi affondare al largo. Per Peter è la fine. Lentamente la vita riprende nel borgo, come in una qualunque giornata. Swallow annuncia che in mare sta affondando una barca, ma nessuno sembra interessarsi all’evento.

Il primo grande successo teatrale di Britten coincise con un’opera nata nel segno dell’eclettismo stilistico, che sarà da allora in avanti una delle caratteristiche costanti della scrittura del musicista inglese. Concorrono infatti a formare il materiale composito della partitura elementi derivati dal teatro di Puccini (soprattutto nella figura dolcemente patetica di Ellen Orford), con una chiara assunzione delle forme chiuse per tutti i personaggi principali, ma anche memorie tangibili dell’ammirazione di Britten per ilWozzeckdi Alban Berg, i cui segni sono fortissimi nell’ultimo atto dell’opera, e particolarmente nella scena del delirio di Grimes, benché Britten si mantenga sempre estraneo alla tecnica dodecafonica; la stessa fine del protagonista ricorda quella del soldato di Berg e Büchner. Tuttavia, la partitura diPeter Grimesè anche animata genialmente da un pullulare di riferimenti al canto popolare inglese, e in specie alle canzoni dei pescatori, così come ottiene il massimo contrasto espressivo grazie all’introduzione di elementi ben riconoscibili di musica leggera: tutta la scena del ballo del villaggio all’inizio del terzo atto sembra presa a prestito da unmusicalma, al tempo stesso, ricorda l’analoga scena di ballo delWozzeck. Tipica di una predilezione di Britten per le forme classiche è invece l’introduzione di una magnifica passacaglia come interludio sinfonico a metà del secondo atto, una scelta destinata a maturare – sempre con riferimento a Berg – nella struttura generale delTurn of the Screw. L’orchestra assume un ruolo decisivo in tutta l’economia dell’opera: basterebbero i cosiddetti ‘interludi marini’ (che hanno poi goduto anche di una felice vita autonoma nel repertorio sinfonico) a ricordare quanto il colorismo post-impressionista di Britten sia essenziale alla creazione delle adeguate atmosfere di ambientazione della vicenda; si tratta di pagine d’autentico virtuosismo nell’orchestrazione e di limpidissima ispirazione melodica, il cui valore non è inferiore alla scrittura mirabile riservata alle voci. ConPeter Grimesl’opera del Novecento è riuscita a trovare un prezioso e raro punto d’incontro fra scrittura colta e spirito popolare, come dimostra l’attenzione accordata fin dalla sua nascita dal pubblico di tutto il mondo a questo ammirevole modello d’intelligenza drammaturgica.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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