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Trouble in Tahiti / A Quiet Place
Opera in tre atti libretto di Leonard Bernstein (Trouble in Tahiti) e di Stephen Wadsworth (A Quiet Place)
Musica di Leonard Bernstein 1918-1990
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 19 giugno 1984

Personaggi
Vocalità
Bill
Baritono
Dede
Soprano
Dinah
Mezzosoprano
Doc
Basso
François
Tenore
Junior
Baritono
Mrs Doc
Mezzosoprano
Old Sam
Baritono
Susie
Mezzosoprano
Trio
Tenore
Trio
Soprano
Trio
Baritono
Young Sam
Baritono
Note
L’opera andata in scena a Milano nel 1984 è il risultato dell’integrazione di due differenti atti unici: Trouble in Tahiti (1952) e A Quiet Place (1983). In Trouble il giovane Bernstein aveva voluto rappresentare un quadro autobiografico della propria vita familiare, con delle punte di sarcasmo quasi autopunitivo, mentre A Quiet Place è una sorta di ‘venti anni dopo’, che mette a nudo ulteriori sofferenze.

Atto primo. Parenti e amici sono riuniti per il funerale di Dinah, morta in un incidente automobilistico. Alla cerimonia, che procede con fatica tra discorsi confusi e drinks, arriva anche Junior, figlio nevrotico e omosessuale. Rimasti soli, i familiari si rovesciano addosso anni di rabbia e di risentimenti reciproci, in uno psicodramma che culmina in una colluttazione tra Junior, in preda a una crisi di nervi, e il padre Sam.

Atto secondo. È in pratica costituito dalla trama di Trouble: Sam ricorda attraverso dei flashback la propria vita, rievocata dai vecchi diari della moglie. Nella villetta middle-class dell’immaginaria Suburbia, Sam e Dinah litigano in continuazione; Dinah è annoiata e insoddisfatta della propria vita, mentre Sam è troppo preso dai suoi interessi. I genitori si accordano per andare a vedere la recita scolastica di Junior; in realtà, Sam nel pomeriggio partecipa a un torneo, mentre Dinah, in cerca di evasione, va al cinema, dove si proietta un insulso film, Trouble in Tahiti appunto. Alla sera i due si sentono disgustati di se stessi e incapaci di parlarsi con sincerità; Sam, per superare l’imbarazzo, porta Dinah a vedere un nuovo musical, Trouble in Tahiti.

Atto terzo. Il mattino dopo il funerale, Dede, in giardino, ricorda con tenerezza la madre morta. Accanto a lei a poco a poco si uniscono anche gli altri, in un clima che sembra sereno e positivo, finché un nuovo scoppio d’ira di Junior sembra rimettere ogni cosa in discussione. Ma alla fine, sfogatisi, tutti sentono che devono provare a comunicare l’uno con l’altro.

Gli incombenti riferimenti autobiografici hanno un peso forse eccessivo per un’opera che sul ‘New Yorker’ fu definita addirittura «il Ring americano». Anche sotto il profilo musicale, Bernstein sacrifica la spontanea ricchezza del suo talento al desiderio di essere accettato come compositore, con un eccesso di eclettismo che ingombra la parte ‘contemporanea’ di tecniche seriali unite al linguaggio be-bop. Non mancano tuttavia numeri di smagliante istinto melodico, come il song di Dinah, in Trouble, che dà il titolo al tutto: “A quiet place”.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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