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Háry János
Singspiel in un prologo, quattro avventure e un epilogo di Béla Paulini e Zsolt Harsányi, dal poema omonimo di János Garay
Musica di Zoltán Kodály 1882-1967
Prima rappresentazione: Budapest, Teatro dell’Opera, 16 ottobre 1926

Personaggi
Vocalità
Bombazine
Baritono
Háry János
Baritono
l’imperatrice
Soprano
Marczi
Baritono
Maria Luisa
Contralto
Napoleone
Baritono
narratore
Recitante
Örzse
Contralto
Note
Due anni dopo la prima stesura dellaFilanda magiaravenne rappresentata, con grande successo popolare,Háry János, opera caratterizzata dalla prevalenza delle parti recitate e strumentali sugli elementi prettamente drammatici. La vicenda è tratta dall’epica popolare ungherese; Háry János rappresenta infatti per l’anima contadina magiara quello che Martin Fierro ha rappresentato per il mondo argentino deigauchos. Il paragone tra i due paesi è plausibile anche se si pensa a come la musica popolare ungherese (quella della cultura contadina, non delle contraffazioni tzigane) e il tango argentino abbiano effettuato un percorso parallelo e ‘ascendente’ per arricchire le forme della musica colta. L’autore del poema sul quale è imperniata l’opera di Kodály è János Garay, che aveva conosciuto personalmente Háry János e ne aveva potuto ascoltare le vicende di veterano delle guerre napoleoniche. Il protagonista delSingspielè infatti una sorta dimiles gloriosus, sbruffone ma simpatico, che ha vissuto le vicende di quelle guerre; racconta di esserne stato addirittura un protagonista e di aver conosciuto personalmente Napoleone, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, l’imperatore e la loro figlia Maria Luisa.

Il narratore introduce la figura di Háry János, un contadino onesto e generoso che presta fedelmente il servizio di soldato al confine russo-ungherese. La voce del narratore lascia il posto all’ouverture, che illustra la scena ambientata presso la linea di frontiera. Prima una vecchia, poi una famiglia ebrea composta da padre, madre e undici figli, cercano di passare il confine senza che venga loro concesso di farlo. A un tratto si ferma la carrozza sulla quale viaggia Maria Luisa d’Austria; viene fatto intervenire Háry János, «colui che è incaricato di affrontare ogni situazione complessa e pericolosa»; egli goffamente risolve il problema e accompagna la carrozza a Vienna portando con sé la fidanzata Örzse. Nella capitale austriaca Háry riesce a dar prova del suo eroismo domando un cavallo selvaggio, tanto che l’imperatrice Maria Teresa lo vuole assolutamente come sposo della figlia Maria Luisa. Ma il geloso Bombazine, pretendente alla mano della principessa, scrive confidenzialmente a Napoleone perché intervenga col suo esercito contro gli austriaci. I francesi vengono sbaragliati dal coraggio di Háry mentre Napoleone, riconosciuto dal prode guerriero, cerca di nascondere la sua identità, ma invano: viene infatti smascherato e, umiliato, finisce per cadere in un pianto dirotto. Per lui e per l’esercito francese viene eseguita una marcia funebre, mentre Maria Luisa, insieme al popolo austriaco, conduce in trionfo l’eroe magiaro verso il palazzo imperiale di Vienna; Háry può così intonare il canto dell’ussaro vittorioso (“A jo lovas Katonanak”). Nella capitale imperiale il valoroso soldato viene ospitato in una lussuosissima stanza, ma prova nostalgia per la sua terra; durante la cena che l’imperatore e l’imperatrice danno in suo onore egli rifiuta la mano di Maria Luisa e si rivolge a Örzse, sollecitandola a fare i preparativi per ritornare in Ungheria. L’opera si conclude con i canti d’amore di Örzse (“Szegeny derék magyar nep”) e di János e con un coro di commiato.

Nella partitura Kodály è riuscito a tratteggiare con vigore e spontaneità lo spirito dei vari personaggi. La comicità dell’ingenuo racconto di Háry e degli altri protagonisti è resa attraverso un accurato e personalissimo uso del colore orchestrale: Örzse e János cantano melodie ungheresi; Napoleone, Maria Luisa e Bombazine sono illustrati con un linguaggio ironico, che cita amabilmente stilemi ritmici e melodici del repertorio colto; la famiglia ebrea si avvicina al confine mentre l’orchestra esegue una melodia di chiare ascendenze popolari ebraiche. Più solida nel testo e più ricca di soluzioni originali nella partitura rispetto allaFilanda magiara,Háry Jánosè tra le più interessanti composizioni di Kodály e rappresenta una sintesi felice tra linguaggio personale ed espressione nazionale.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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