Rappresentata a meno di due mesi dalla morte dellâautore, lâopera fu il frutto di una commissione del Covent Garden: il direttore del teatro londinese aveva fatto visita a Weber, minato irreversibilmente dalla tubercolosi, nellâagosto del 1824. Il compositore, scartato tra i possibili soggetti il
Faust, iniziò a stendere la partitura lâanno seguente, per completarla, una volta giunto a Londra, a soli due giorni dalla âprimaâ. Per prepararsi allâintonazione del libretto, scritto in inglese, Weber procedette alacremente allo studio di quella lingua. Lâopera ebbe la sua âprimaâ in tedesco a Lipsia il 23 dicembre di quello stesso anno. Autore della traduzione metrica del libretto era Theodor Hill, cui si deve anche il libretto dellâincompiuta opera comica di Weber
Die drei Pintos. Nella versione tedesca vennero lievemente modificati i nomi di diversi protagonisti: Reiza divenne Rezia, Sir Huon si trasformò in HĂźon, Sherasmin in Scherasmin. Ă a questa versione che si farĂ riferimento â come dâaltra parte avviene normalmente â per indicare i diversi momenti dellâopera, mentre sono stati mantenuti i nomi originari dei personaggi.
Il soggetto dellâopera è tratto da due fonti letterarie: la commedia shakespearianaA Midsummer Nightâs Dream, particolarmente fortunata presso i compositori romantici e non (basti pensare aA Midsummer Nightâs Dreamdi Britten), e il poemaOberondi Wieland (1780). Entrambe le fonti si rifanno a loro volta a una lunga tradizione di testi medioevali, il piĂš importante dei quali è lachanson de geste Les Prouesses et faitz du noble Huon de Bordeaux(XIII sec.).
Atto primo. Nel palazzo di Oberon, fate ed elfi cullano il sonno del loro re (âLeicht, wie Feentritt nur gehtâ, introduzione). Il fedele Puck, spirito alato al servizio di Oberon, rievoca la lite tra il suo signore e la moglie Titania. I due sposi si sono ripromessi di non riconciliarsi prima dâaver trovato una coppia di mortali fedeli, disposti ad affrontare, per amore, ogni insidia. Svegliatosi, Oberon maledice il giuramento (âSchreckensschwur! Dein wildes Quälenâ). Puck gli racconta le traversie del cavaliere Huon, condannato da Carlomagno a penetrare nella reggia di Bagdad, ad assassinarvi il dignitario assiso alla sinistra del califfo e a baciare in pubblico Reiza, la figlia di questâultimo. Oberon ordina a Puck di portagli con la magia Huon, che, insieme allo scudiero Sherasmin, è partito per la sua impresa: allâintrepido cavaliere mostra in sogno Reiza e fa sĂŹ che i due si innamorino a vicenda (visione: âWarum muĂt du schlafen, o Held voll Muth?â). Incoraggiato Huon a compiere la sua missione, Oberon gli regala un corno magico ed, evocati elfi e geni (coro: âEhre und Heil dem, der treu ist und brav!â), lo trasporta magicamente sul Tigri, nei pressi di Bagdad. Lâeroe si prepara alla lotta cantando il suo amore per Reiza (âVon Jugend auf in dem Kampfgefildââ). Nellâharem di Bagdad, Reiza si dispera: benchĂŠ sia innamorata del giovane apparsole in sogno, dovrĂ sposare lâodiato Babekan. Ă però avvertita dalla fedele Fatima che Huon è giĂ arrivato a Bagdad. La ragazza lo attende con impazienza (finale: âEilâ, edler Held! Befreie dirâ).
Atto secondo. Si prepara intanto la cerimonia nuziale di Reiza: un coro esalta la gloria del califfo (âEhre sei dem mächtâgen Kalifen und Preis!â) e un balletto prepara lâarrivo di Reiza. A quel punto, però, irrompono Huon e il suo scudiero. Il cavaliere uccide Babekan, seduto accanto al califfo, stringe a sĂŠ Reiza e immobilizza tutti i presenti col suono del corno magico di Oberon. I due amanti fuggono insieme, seguiti dallo scudiero Sherasmin e da Fatima. Una volta che questi ultimi si sono promessi il mutuo affetto nel giardino del palazzo (Fatima: âArabiens einsam Kindâ), i quattro fuggiaschi prendono la via del mare (âĂber die blauen Wogenâ). Su comando di Oberon e con lâaiuto degli spiriti ÂŤdellâaria, della terra e del mareÂť, Puck provoca una tempesta, che getta la nave dei fuggitivi sulla spiaggia (âGeister der Luft und Erdâ und See!â). Dalla caverna dove sono stati scaraventati, Huon prega per la vita della svenuta Reiza (âVater! HĂśrâ mich flehân zu dir!â), che prontamente rinviene. Mentre il cavaliere si è allontanato in cerca di aiuto, Reiza, che sta meditando sullâaccaduto (âOzean! Du Ungeheuer! Schlangengleichâ), vede approdare una scialuppa di pirati: vano è lâintervento di Huon per impedire il rapimento della ragazza. Al termine della lotta appare Oberon, che ordina a Puck di attendere una settimana e quindi di trasportare Huon a Tunisi, nei giardini dellâemiro Almanzor. Mentre il sole tramonta, la scena si popola di elfi e sâode il canto fatato delle sirene (finale: âO wie wogt es sich schĂśn auf der Fluthâ).
Atto terzo. Dopo il naufragio Fatima e Sherasmin sono stati venduti allâemiro di Tunisi, al cui servizio lo scudiero è diventato giardiniere. La ragazza, che ricorda con nostalgia la patria (âArabien, mein Heimatlandâ), viene consolata affettuosamente da Sherasmin (duetto âAn dem Strande der Garonneâ). Sotto la guida di Puck è frattanto arrivato Huon, cui lo scudiero racconta tutto lâaccaduto e suggerisce di fingersi anchâegli giardiniere (terzetto âSo muĂ ich mich verstellen!â). Nellâharem Reiza, sconsolata, rifiuta le profferte amorose dellâemiro (cavatina âTraure, mein Herz, um verschwundenes GlĂźck!â) e gli sfugge. La moglie ripudiata di Almanzor, Roshana, giura vendetta. Huon è stato intanto condotto da una schiava alla camera di Roshana: il cavaliere dapprima crede di poter incontrare Reiza (rondò âIch jubâle in GlĂźck und Hoffnung neu!â), quindi scopre lâequivoco. La donna gli offre il suo amore se lâaiuterĂ a uccidere il marito. Huon rifiuta, ma Roshana evoca una schiera di seducenti fanciulle e schiave danzanti per circuirlo (âFĂźr dich hat SchĂśnheit sich geschmĂźcketâ). Giunge in quel mentre lâemiro, che crede la moglie infedele e condanna a morte il presunto seduttore. Huon è condannato al rogo, ma Sherasmin recupera il corno magico e si appresta, con lâaiuto di Fatima, a correre in suo soccorso. Lâemiro risponde alle suppliche di Reiza condannando anche lei a morte. Lâesecuzione viene però impedita dal suono del corno fatato, che costringe gli astanti a una danza sfrenata. Compaiono allora Oberon e sua moglie Titania, lieti perchĂŠ il loro piano è andato a buon fine (finale: âHorch! Welch Wunderklingen?â). Per incanto si viene trasportati nel palazzo imperiale di Carlomagno: Huon ha trionfato in tutte le prove e rende omaggio al suo signore. Il coro finale esalta il valore dellâeroe e la bellezza di Reiza (âHeil sei dem Helden und seinem Schwertâ).
Lâultima opera weberiana porta alle estreme conseguenze quella propensione per lâirrazionale e il magico che alimentava le radici piĂš profonde delFreischĂźtz. Ma rispetto allâambientazione fondamentalmente realistica di quel capolavoro, la mano del compositore qui è ancora piĂš libera: è stato abolito ogni limite geografico e si può dunque trascorrere tra la terra, lâaria e il mare (e significativamente Puck, allâinizio del secondo atto, evoca gli spiriti di tutti questi elementi); ma soprattutto il reale e lâimmaginario, il mondo degli elfi e quello altrettanto fantastico dei cavalieri e degli harem si sovrappongono, si incontrano. La vicenda vive dunque dellâelemento magico derivato dalle sue fonti letterarie, elemento caro al romanticismo musicale (si pensi soltanto allâOuvertureop. 21 perEin Sommernachtstraum, ispirata anchâessa alSognoshakespeariano, scritta da Mendelssohn pochi mesi dopo la âprimaâ diOberone completata ad anni di distanza con le musiche di scena per il dramma). Una magia posta sotto il controllo di uno spirito positivo, il personaggio che dĂ il titolo allâopera, supremo burattinaio di tutta la vicenda, di cui guida lâevoluzione con abilitĂ da illusionista di talento, servendosi dellâetereo Puck. Come per laZauberflĂśtemozartiana, nella storia svolge un ruolo fondamentale un oggetto fatato: quel corno che risuona giĂ chiaro nellâouverture e che incanta i malvagi, scompigliandone i piani nefasti, proprio come accade al flauto di Tamino. La sfera del soprannaturale, giĂ presentata in apertura di sipario in quellâintroduzione percorsa da continue settime diminuite, simile nellâatmosfera alle magie notturne del terzo atto delFalstaffverdiano (Principe), concentra le sue apparizioni piĂš fascinose nello splendido secondo atto. Ad esempio il finale secondo, teso tra la suggestiva, tenue orchestrazione del seducente canto delle sirene, che parla la poesia della luce che brilla sul mare (ritorna da profonditĂ remote, come il vasto oceano, il timbro del corno solista su un cullante ritmo di barcarola) e la festosa vivacitĂ del coro conclusivo, in cui Puck, Oberon, elfi, sirene e ninfe marine celebrano danzando la notte di luna sulle distese del mare. Lâatto si era aperto su un aspro ÂŤpaesaggio rocciosoÂť, con la proposta di una struttura musicale complessa, formata da un assolo di Puck, dal coro di spiriti da lui evocati e dalla tempesta durante la quale la scena resta vuota e buia, finchĂŠ dallâoscuritĂ emergono â trasformato lâambiente in una caverna presso il mare â le sagome dei due naufraghi amanti. Allâinterno di questa originale articolazione musicale (paragonabile alle strutture sperimentate nelFreischĂźtz), anche la tempesta â pagina di singolare potenza sinfonica, vibrante di clangori sinistri â viene resa funzionale alla vicenda, deviando dallâimpiego tradizionale del temporale nellâopera buffa italiana (dalMatrimonio segretodi Cimarosa alBarbiere di Sivigliadi Paisiello e di Rossini, allaCenerentoladi questâultimo, per fare solo qualche esempio) e avvicinandosi in qualche modo al ben maggiore peso drammatico che avrĂ la tempesta deiTroyensdi Berlioz o quella che apre lâOtelloverdiano. Il colore corrusco di questa scena viene disperso dalla calda melodia tenorile della preghiera di Huon, che col suo potere consolatorio sale dal buio della caverna per chiedere a Dio di risparmiare la vita di Reiza. In questo mondo di fiaba, i due amanti si stagliano nella precisione e nella ricchezza della loro psicologia attraverso una serie di momenti solistici di assoluta evidenza. A Huon spetta, oltre alla preghiera citata, unâaria nel primo atto, âVon Jugend auf in dem Kampfgefildââ, combattuta tra le due aspirazioni fondamentali del personaggio: da un lato lâindole guerriera, gli intendimenti eroici del cavaliere al servizio di Carlomagno; dallâaltro la sensibilitĂ al fascino femminile, alle lusinghe del romantico amore assoluto. Gli impulsi, entrambi nobili, di questo novello Ercole o Achille vengono esaltati con eguale entusiasmo dalla musica, rutilante di splendore orchestrale nella prima sezione dellâaria (anticipata nellâatmosfera dal precedenteensembleeroico âEhre und Heil dem, der treu ist und brav!â), piegata al lirismo piĂš tenero quando fa breccia il âsorriso della bellezzaâ (ai versi ÂŤetzt gieĂt sich aus ein sanftârer Glanz...Âť: un tema musicale giĂ adombrato nellâouverture). Ancora maggiore è la rilevanza accordata a Reiza: dopo la fuggevole apparizione nella visione evocata da Oberon per affascinare il cavaliere (un innamoramento âa distanzaâ che ricorda quello di Tamino nellaZauberflĂśte), la ragazza apre il finale primo con quella che è di fatto unâaria. Lâanimazione ritmica concitata esprime incalzante lâattesa impaziente del nobile eroe liberatore (âEilâ edler Held! Befreie dirâ: testo e situazione che richiamano lââErnani!... Ernani, involamiâ verdiano): vivacitĂ ritmica che costituisce uno degli elementi piĂš significativi di tutta lâopera nel suo complesso e che giganteggia grandiosa a conclusione della scena e aria âOzean! Du Ungeheuer! Schlangengleichâ, che Weber riserva a Reiza nel secondo atto. Lâesaltazione febbrile della ragazza â ancora una volta per la sperata venuta di Huon â giunge a sigillare con vitalitĂ travolgente un pezzo di singolare bellezza: collocata subito dopo la sequenza solo di Puck, coro di spiriti, tempesta, preghiera di Huon, è unâulteriore e inquieta meditazione sulla natura infida del mare. Dapprima la furia marina, quindi il sorgere del sole sulle onde vengono descritti con singolare coerenza tra la voce e lâorchestra: la prima impegnata in una parte di notevole artificio melodico, la seconda responsabile di un disegno di grandiosa evocazione paesaggistica romantica, concepita come il naufragare dellâio nel mistero tremendo della natura. Tra gli interventi dei protagonisti nellâultimo atto, si noti soprattutto la splendida cavatina di Reiza âTraure, mein Herz, um verschwundenes GlĂźckâ, lamento topico della fanciulla chiusa in un harem orientale, come Konstanze nellâEntfĂźhrung aus dem Seraildi Mozart.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi