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Alcidor
Zauberoper in tre atti di Marie-Emmanuel-Guillaume Théaulon de Lambert e Charles Nuteley
Musica di Gaspare Spontini 1774-1851
Prima rappresentazione: Berlino, Königliches Opernhaus, 23 maggio 1825

Personaggi
Vocalità
Alcidor
Tenore
Almovar
Basso
il gran mago
Basso
Illoé
Soprano
Ismenor
Basso
Oriane
Mezzosoprano
SelaĂŻde
Soprano
Telly
Soprano
Note
L’opera dispiega mezzi di dimensioni monumentali, sia a livello orchestrale che vocale, lungo una partitura dal valore alterno, in cui si avvicendano pagine scritte in precedenza (ad esempio dagliElisi delusi), novità compositive interessanti e cadute di tono.

Atto primo. Il malvagio Ismenor ha portato a termine con i suoi gnomi la distruzione del tempio d’Amore, per impedire le nozze profetizzate tra Alcidor e Selaïde e vendicarsi così della stirpe di quest’ultima. Quando Alcidor sopraggiunge, Ismenor gli consegna una spada magica fabbricata dagli gnomi (spada che dovrebbe servire a uccidere lo stesso Alcidor) e lo invita a seguire il cammino della gloria, dimenticando le lusinghe dell’amore. Uscito dalla fucina di Ismenor, il ragazzo dapprima vede in sogno Selaïde, quindi riceve la visita del suo genio tutelare Almovar; questi gli affida l’incarico di scegliere per lui la regina, da sposare entro il giorno seguente. Alcidor prosegue nei suoi incontri: prima con la regina Oriane e successivamente col gran mago, che predice sventura per il giovane re, gli consegna una sciarpa sacra e lo esorta a liberare e sposare Selaïde.

Atto secondo. Alcidor ha raggiunto l’isola incantata dove è tenuta nascosta Selaïde. L’eroe è combattuto tra l’amore per la ragazza e la lealtà verso Almovar: confidando che il genio non accetterebbe un cuore già impegnato in altri amori, vengono celebrate le nozze tra i due giovani; proprio allora compare Ismenor tra fuoco e fumo, maledicendo la coppia. Più tardi inizia la festa per la scelta della sposa di Almovar, il quale accoglie furibondo Alcidor e, dopo una battaglia di incantesimi, rapisce Selaïde.

Atto terzo. Nel palazzo di Almovar, Selaïde piange la propria sorte e rifiuta l’offerta del trono. In quell’istante la reggia si dissolve nel fragore. La ragazza raggiunge allora, insieme alla madre, il luogo desertico dove si è ritirato Alcidor, che ha perduto il regno. Giunge anche Ismenor con i suoi gnomi: Selaïde tenta il suicidio e così fa, invano, anche Alcidor; ma, mentre i malvagi stanno per catturarlo, la terra si squarcia e li inghiotte. Le nozze tra i due giovani potranno finalmente celebrarsi.

Tra gli elementi di maggiore interesse nella partitura va rilevato il massiccio impiego delle percussioni, tra cui, nell’introduzione, tre incudini di diverse dimensioni, che evocano l’attività degli gnomi nella fucina di Ismenor (l’espediente verrà ripreso da Verdi nelTrovatoree da Wagner nelRing). Tra i momenti più significativi si notino l’introduzione, che inizia con un’ampia pagina orchestrale in sostituzione della tradizionale ouverture; il sogno di Alcidor, cullato dalle invocazioni del coro all’amore; il duetto dell’eroe con Almovar; il coro religioso “Gloire éternelle”; il terzetto con coro “Dieu sur cet hymen glorieux étends”, finemente orchestrato; il duetto della prigionia tra Oriane e Selaïde “Dans ce palais superbe” e l’aria di Selaïde con coro “Hélas! Prenez pitié de mon destin affreux!”. L’opera, pur commentata con favore da Spitta e ripresa a Berlino dall’autore, non godette di alcuna fortuna dopo la morte di Spontini.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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