A un anno dal successo di
Cadmus et Hermione, Lully e il suo librettista Quinault presentarono la loro seconda
tragédie en musique,
Alceste: in unâepoca in cui le tragedie greche erano spesso fonte di ispirazione per i drammaturghi francesi (si pensi allâ
Iphigéniee alla
PhĂšdredi Racine), il soggetto euripideo veniva introdotto per la prima volta sulle scene musicali, sia pure in una rielaborazione piuttosto lontana dallâoriginale.
Anche in questo caso allatragĂ©dieĂš premesso un prologo di carattere celebrativo in onore di Luigi XIV, impegnato in quegli anni nella guerra contro lâOlanda; qui il sovrano non Ăš adombrato in una figura allegorica, ma viene evocato direttamente dalle ninfe della Senna e delle Tuileries, che attendono il suo ritorno dalle vittoriose imprese militari. La tragedia prende le mosse dai festeggiamenti per le imminenti nozze di Admeto e Alceste; con uno stratagemma Licomede, re di Sciro, rapisce la sposa sulla sua nave, e fugge nel corso di una tempesta scatenata dalla sorella, la ninfa Teti. Durante la battaglia per la liberazione di Alceste, Admeto viene ferito mortalmente; Apollo annuncia che egli potrĂ vivere se qualcuno morirĂ al suo posto. Ă Alceste, simbolo di fedeltĂ coniugale, a scegliere il sacrificio, ma Alcide (Ercole), da sempre innamorato di lei, penetra nel regno dei morti per salvarla; di fronte alle sue azioni eroiche, Plutone libera la donna, riconoscendo che lâamore Ăš piĂč forte della morte. Nellâultimo atto Alcide (emblema della monarchia francese, e quindi riferibile allo stesso Luigi XIV) rinuncia ai suoi sentimenti, dimostrando di saper vincere non solo la morte, ma anche le proprie passioni, e permette lâunione di Admeto e Alceste, salutata da Apollo e dalle Muse.
Oltre ai momenti di alto lirismo e commozione legati al personaggio di Alceste (lâaddio ad Admeto morente nel secondo atto), il libretto di Quinault offriva numerose occasioni per scene spettacolari, care al gusto di Luigi XIV: i balli di marinai, ninfe e tritoni alla âfesta nauticaâ e la tempesta nel primo atto; la battaglia nel secondo, con la contrapposizione dei cori di assedianti e assediati e motivi marziali eseguiti da archi, trombe e timpani; la scena funebre con grande orchestra e «choeur en symphonie» nel terzo atto, che riecheggia la musica sacra di Lully, con la celebre frase di compianto âAlceste est morteâ, ripetuta tre volte dal coro. Se il personaggio di Caronte mostra tratti quasi comici nel suoair, con la comparsa di Plutone e Proserpina la musica acquista toni piĂč solenni; lâatmosfera nel regno dei morti non Ăš drammatica, e neldivertissementgli abitanti degli inferi hanno un atteggiamento benevolo nei confronti di Alceste. Un importante contributo alla riuscita dellatragĂ©dievenne dai costumi disegnati da Jean Berain, che proprio nel 1674 fu nominato Dessinateur de la Chambre et du Cabinet du Roi e in seguito collaborĂČ agli allestimenti di altre opere di Lully. La rappresentazione diAlcesteriscosse un grande successo, ma suscitĂČ anche le critiche di alcuni letterati, dando luogo a una vera e propriaquerelle. In risposta alle accuse mosse dalla cerchia di Jean Racine e Nicolas Boileau apparve laCritique de lâopĂ©ra ou Examen de la tragĂ©die intitulĂ©e âAlceste, ou Le Triomphe dâAlcideâ, pubblicata anonima ma scritta da Charles Perrault: qui sono contrapposti i pareri di ClĂ©on, che sostiene lâopera in nome del gusto moderno, e Aristippe, che critica il testo nella sua versificazione e nellâintreccio, la presenza di personaggi comici (CĂ©phise, Straton e Lychas, rispettivamente confidenti di Alceste, Licomede e Alcide, che danno luogo a scaramucce amorose in una vicenda parallela) e lâallontanamento in diversi punti dalla tragedia di Euripide. ClĂ©on giustifica a una a una le scelte di Quinault e in particolare â riguardo alla presenza deldeus ex machinae ai mutamenti improvvisi di scena, dalla terra agli inferi al cielo â ricorda che ilmerveilleux, il soprannaturale, Ăš un elemento costitutivo della tragedia in musica, per cui cadono gli obblighi di verosimiglianza e di rispetto delle unitĂ aristoteliche. Ă interessante osservare che la polemica prende in considerazione quasi esclusivamente il libretto e non lâopera nel suo insieme, come spettacolo drammatico-musicale: il teatro letterario, che in Francia aveva un ruolo preminente, finiva per imporre i propri criteri estetici anche sul nuovo genere dellatragĂ©die en musique. Nellâinfuriare della polemica fu lâapprovazione di Luigi XIV a sanzionare il successo diAlceste; il sovrano, infatti, aveva valutato favorevolmente le prove (che avevano luogo negli appartamenti di Madame de Montespan, esattamente come per iballets de cour) e, dopo aver seguito le recite parigine, fece rappresentare latragĂ©dieanche alla Cour de Marbre di Versailles (4 luglio 1674), nellâambito dei festeggiamenti per la conquista della Franca Contea, come testimonia una celebre incisione di Jean Le Pautre.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi