Home Page
Consultazione
Ricerca per categorie
Ricerca opere
Ricerca produzioni
Ricerca allestimenti
Compagnia virtuale
Servizio
Informazioni e FAQ
Condizioni del servizio
Manuale on-line
Assistenza
Abbonamento
Registrazione
Listino dei servizi
Area pagamenti
Situazione contabile


Visualizzazione opere

Bravo, Il
Melodramma in tre atti di Giovanni Gaetano Rossi e M. M. Marcelliano, dal dramma La Venitienne di Anicète Bourgeois e dal romanzo The Bravo, a Venitian Story di Jam
Musica di Saverio Mercadante 1795-1870
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1839

Personaggi
Vocalità
Cappello
Tenore
Carlo
Tenore
Foscari
Basso
Luigi
Basso
Marco
Basso
Michelina
Soprano
Pisani
Tenore
Teodora
Soprano
un messo dei Tre
Tenore
Violetta
Soprano
Note
Mercadante compose l’opera tra il dicembre 1838 e il febbraio dell’anno successivo, non senza difficoltà, attesa la defezione dell’iniziale librettista, Antonio Bindocci, presto rimpiazzato da Gaetano Rossi e in seguito da Marcelliano al quale, su preghiera dello stesso compositore, si affiancò, in qualità di supervisore, Felice Romani. L’opera fu scritta per il tenore Domenico Donzelli (peraltro quasi cinquantenne e ormai prossimo alla fine della carriera) ed ebbe tra gli interpreti anche Sophie Schoberlechner, la prima Elaisa deIl giuramento. Il successo alla ‘prima’ fu completo e, a detta di Florimo, «universale».

Venezia nel XVI secolo. Il bravo Carlo, per salvare la vita al padre accusato dal Consiglio dei Dieci, si assoggetta all’ingrato compito di sicario per conto della Serenissima. All’interno della trama, complessa e articolata, trovano posto anche personaggi come Foscari, un tempo innamorato di Teodora (misteriosa donna che appare di dubbia reputazione ma è in realtà nobile e generosa) e in seguito irresistibilmente attratto da Violetta (giovane genovese e orfana) che però ama riamata Pisani, un nobile proscritto genovese. L’intreccio si giova di alcuni tipici ed efficaci colpi di scena: Teodora si rivela madre di Violetta e al tempo stesso moglie di Carlo (che credeva di averla uccisa anni addietro reputandola colpevole, ma in realtà ingiustamente, di adulterio); nel finale Violetta e Pisani, benedetti dai genitori, si allontanano insieme, mentre Carlo, ricevuto da Foscari l’ordine di uccidere Teodora in cambio della vita del padre, è oppresso da un crudele dilemma: quando la donna si sacrifica generosamente uccidendosi, Carlo apprende con orrore che il padre è morto e che di conseguenza è sciolto dal funesto voto di obbedienza.

Insieme alGiuramento,l’opera è forse la più riuscita di Mercadante e rivela in pieno le caratteristiche salienti del suo stile: la raffinatezza e la fantasia delle armonizzazioni e delle parti strumentali; la capacità di elaborazione tematica; la libertà dalle formule melodrammatiche pur nel rispetto della tradizione (ad esempio le due strofe della romanza di Violetta, inserite tra le due sezioni dell’aria di sortita di Foscari, o il duetto tra Pisani e il Bravo, vasto e di forma tripartita, con recitativi che si alternano al canto e a linee vocali e orchestrali di elevata originalità); il sicuro costrutto dei pezzi d’insieme e l’impiego di un linguaggio complesso, polifonicamente elaborato (i finali concertati dei primi due atti e i due quartetti del terzo, il secondo dei quali è una delle sue pagine migliori in assoluto). La vicenda, fosca e oppressa da una greve atmosfera di morte, è accostabile a quella di opere coeve comeLucrezia Borgiadi Donizetti (cui il personaggio di Teodora si riallaccia per più di un aspetto) e preannunciaRigolettodi Verdi (che a Mercadante guarderà con interesse). Ancora rappresentata nella seconda metà dell’Ottocento, l’opera è poi uscita a poco a poco dal repertorio; è stata riproposta in apertura di stagione dall’Opera di Roma (1976, direttore Gabriele Ferro).
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


Credits - Condizioni del servizio - Privacy - Press Room - Pubblicità