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Bluthochzeit
(Nozze di sangue) Tragedia lirica in due atti Bodas de sangre di Federico García Lorca
Musica di Wolfgang Fortner 1907-1987
Prima rappresentazione: Colonia, Staatsoper, 8 giugno 1957

Personaggi
Vocalità
il bambino
Soprano
il padre della sposa
Recitante
la Luna, sotto le sembianze di uno spaccalegna
Tenore
la madre
la moglie di Leonardo
Contralto
la Morte, sotto le sembianze di un mendicante
Contralto
la sposa
Soprano
Leonardo
Baritono
lo sposo
Recitante
l’ancella
Mezzosoprano
sua madre
Contralto
suo figlio
Recitante
tre spaccalegna
Recitante
Note
Compositore tra i più rappresentativi del secondo dopoguerra tedesco, Fortner fu maestro tra gli altri di Hans Werner Henze, Milko Kelemen e Hans Zender, e si è sempre sentito fortemente attratto dal teatro. Dalle musiche di scena perLysistrata(1946) a quelle per un allestimento berlinese diBodas de sangre(1948), dal balletto con coro e assolo di contralto, in parte spagnoleggiante,Die weisse Rose(da Oscar Wilde, Berlino 1951), al ritorno d’interesse per García Lorca, sfociato anche in una seconda opera (In seinem Garten liebt Don Perlimplin Belisa, Schwetzingen 1962), si può osservare un crescendo di passione teatrale. DallaFunkoper(‘opera radiofonica’)Der Wald, tratto dal secondo atto diBodas de sangredi Lorca (Essen, Opernhaus, 18 dicembre 1954) alla versione ‘integrale’ diBluthochzeit, nella traduzione di Enrique Beck, con cui si è inaugurata la nuova sede dell’Opera di Stato di Colonia, il passo non è stato lungo. L’intrinseco valore della partitura le ha garantito una vita non effimera; una delle ultime messe in scena di rilievo è stata quella di Kurt Horres alla Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf nel 1986.

Atto primo. In Andalusia all’inizio del Novecento. Nonostante le preoccupazioni della madre, il promesso sposo suo figlio, rimasto orfano di padre a causa di una faida, intende convolare a nozze con una ragazza già fidanzata di Leonardo, rampollo della famiglia che ha assassinato il padre e un fratello dello sposo. Leonardo, nel frattempo, si è unito in matrimonio con una cugina della sposa, ma non ne è felice; sua moglie e la madre di lei cantano una ninna-nanna per il suo bambino, tormentando poi Leonardo con domande sospettose. I preparativi di matrimonio sono funestati dalle dicerie di un’ancella, che sostiene di aver visto, di notte, presso la sposa un cavaliere, ovvero Leonardo. Leonardo si fa vivo nuovamente, ma la sposa spera tuttavia di riuscire a dimenticarlo. Prima delle nozze la sposa ha ancora un violento alterco con Leonardo, la cui moglie si sente esclusa e ripudiata.

Atto secondo. Durante le nozze, la madre dello sposo e il padre della sposa discorrono dell’inimicizia delle due famiglie. Al momento delle danze, ci si accorge che la sposa e Leonardo sono scomparsi. I due fuggono attraverso un bosco, dove sono visti dalla Luna, nelle sembianze di uno spaccalegna, e dalla Morte, travestita da mendicante. La Morte indica la strada allo sposo, che, inseguito Leonardo, lo uccide, rimanendone ucciso a sua volta. In una stanza bianca si incontrano tutte le donne; la madre dello sposo, separata dalla nuora anche nel lutto, nel suo immenso dolore rievoca la lama che suo figlio le aveva chiesto all’inizio della vicenda.

Tutti i dialoghi con cui si identifica l’azione (esteriore) della tragedia di García Lorca sono recitati, conservandone, a dispetto della vicenda sanguinosa, la grande forza mitica e atemporale; Fortner adotta inoltre una sorta diSprechgesangmutuato da Schönberg, nel cui solco si colloca la sostanza del suo linguaggio musicale, pur non osservandone unicamente i procedimenti dodecafonici. Si avvertono infatti anche dei possenti impulsi ritmici (specie nel quadro delle nozze sono i ballabili ad accompagnare i dialoghi parlati), tra cui sono evidenti, anche se non preponderanti, motivi spagnoli,cante jondo, i timbri della chitarra e delle nacchere. Si tratta in definitiva di una partitura riuscita (della durata di due ore e mezza) di un autore per certi versi eclettico (Fortner, infatti, non rinnega l’influsso di Hindemith e del neoclassicismo) ma quanto mai nel suo elemento nell’affrontare il teatro.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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