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Blimunda
Opera lirica in tre atti proprio e di José Saramago, dal romanzo Memorial do Convento di Saramago
Musica di Azio Corghi 1937-
Prima rappresentazione: Milano, Teatro Lirico, 20 maggio 1990

Personaggi
Vocalità
Baltasar Mateus
Tenore
Bartolomeu Lourenço de Gusmao
Baritono
Blimunda
Mezzosoprano
Domenico Scarlatti
Recitante
Donna Marianna
Recitante
Fra Antonio de San José
Recitante
Giovanni V
Recitante
l’Infante Don Françisco
Mimo
Maria Barbara
Recitante
Sebastiana Maria de Jesus
Contralto
un frate corpulento
Mimo
Note
Nel Portogallo del XVIII secolo la Storia dei grandi (rappresentata dagli attori) e la storia della gente comune (i cantanti) si incontrano in eventi straordinari. Il re Giovanni V ha ordinato la costruzione del convento di Mafra,ex votoper la nascita dell’erede; negli stessi giorni una nuova coppia viene a formarsi tra un soldato monco, Baltasar, e Blimunda, figlia di una donna condannata per stregoneria, e lei stessa in possesso di poteri straordinari. I due amanti incontrano padre Bartolomeu Lourenço, frate in odore di eresia, che li coinvolge nella costruzione di una macchina per volare: Blimunda dovrà rubare la «volontà» di molti uomini, poiché è proprio questa misteriosa sostanza a far lievitare la macchina. Padre Lourenço deve però riparare in Spagna, ricercato dal Sant’Uffizio, mentre la macchina resta affidata a Baltasar; questi, un giorno, la fa inavvertitamente decollare, scomparendo con lei nel cielo. Blimunda lo cercherà per nove anni, durante i quali padre Lourenço è morto pazzo (come ci narra Domenico Scarlatti, maestro di clavicembalo a corte divenuto amico dei protagonisti). Sfuggita a un tentativo di stupro, la donna finalmente lo ritrova, avvolto dalle fiamme di unautodafé: appena in tempo per poter attirare a sé la volontà del suo uomo.

Seconda opera di Corghi,Blimunda, incentrata sulla figura della protagonista, sintesi affascinante di umanità piena e di mistero, rappresenta un’operazione artistica dalla forte carica ideale, una sorta di manifesto contro la paura e il pregiudizio. La vicenda viene inscenata attraverso tre piani e spazi distinti (la Storia dei potenti, la storia quotidiana e un registro onirico che le collega), secondo fasce parallele (acustica, reale e immaginaria) che si avvicendano senza sosta nel fluire continuo di forme musicali ‘aperte’; tra queste trovano posto alcune costanti della scrittura di Corghi, come il gusto per la coralità (e per il canto popolare), la passione madrigalistica (rappresentata da un ottetto vocale), le nuove tecnologie elettroniche, l’evocazione del clavicembalo scarlattiano, la dolcezza lirica del duetto tra gli amanti.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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