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Faniska
Opéra-comique in tre atti di Joseph Sonnleithner, da Les Mines de Pologne di Réné-Charles-Guilbert de Pixérécourt
Musica di Luigi Cherubini 1760-1842
Prima rappresentazione: Vienna, Teatro di Porta Carinzia, 25 febbraio 1806

Personaggi
Vocalità
Faniska
Soprano
Hedwig
Soprano
I ufficiale dei cosacchi
Tenore
II ufficiale dei cosacchi
Basso
Manoski
Tenore
Moska
Soprano
Oranski
Basso
Rasinski
Tenore
Rasno
Tenore
Zamoski
Basso
Note
L’opera venne commissionata a Cherubini per il viennese Teatro di Porta Carinzia. È possibile che il compositore abbia messo in musica, una volta giunto nella capitale austriaca, un libretto italiano, poi tradotto in tedesco da Sonnenleithner.

Atto primo. Zamoski ordina al suo luogotente Oranski di rapire Faniska, l’affascinante moglie di Rasinski, di cui è innamorato. La donna viene condotta al castello di Sandomir insieme alla sua bambina e, con l’aiuto della serva Moska, riesce a fatica a difendersi dalle insidie dei rapitori. Nel frattempo giunge al castello suo marito, travestito da messaggero, ma è ben presto smascherato. Alla coppia, che non intende separarsi, viene destinata la buia prigione sotterranea del castello.

Atto secondo. Malgrado il generoso impegno e l’aiuto del nipote Rasno, Moska non riesce a liberare i due sposi: anzi, in conseguenza del fallito piano di fuga, i fuggitivi catturati sono ora in pericolo di morte.

Atto terzo. L’evasione finalmente riesce, grazie a un ulteriore intervento di Rasno. Le truppe di Rasinski sono state informate degli avvenimenti e muovono contro il castello di Sandomir. Negli scontri Zamoski muore, mentre Oranski, prigioniero, verrà sottoposto a giudizio.

Cherubini, forse perché ospite della città di Haydn, Mozart e Beethoven (quest’ultimo ebbe occasione di assistere alla rappresentazione dell’opera), sembra volersi cimentare con i grandi classici, abbandonando il suo consueto stile, che tanti successi aveva mietuto in tutta Europa, e scrivendo invece una partitura irta di complessità contrappuntistiche, quasi in onore allo stile strumentale viennese. L’attento Weber – di solito entusiasta ammiratore delle opere di Cherubini – giudicò il lavoro «più una splendida sinfonia con canto che non un’opera drammatico-musicale». Nonostante questi palesi limiti (e quelli della vicenda, con i suoi ripetuti, goffi tentativi di fuga), l’opera – il cui tema ricalca quello di gran moda diLodoïska– nel giro di tre anni raggiunse otto città dell’Europa centrale; persino Mikhail Glinka scrisse delle Variazioni per pianoforte su uno dei temi dell’opera.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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