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Guerra, La
Dramma in un atto proprio
Musica di Renzo Rossellini 1908-1982
Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 25 febbraio 1956

Personaggi
Vocalità
Erik
Tenore
I donna
Soprano
I uomo
Tenore
II donna
Mezzosoprano
II uomo
Baritono
il Postino
Basso
il Prete
Baritono
Marco
Recitante
Maria
Soprano
Marta
Mezzosoprano
un uomo anziano
Tenore
una donna anziana
Soprano
una madre con il suo bimbo
Mimo
voci di uomini
Recitante
Note
Opera del tardivo esordio teatrale di Renzo Rossellini,La guerraè stata giudicata come il tentativo di una ‘traduzione’ in termini operistici degli assunti estetici del neorealismo cinematografico. Negli anni Quaranta il compositore aveva intrapreso un rapporto di stretta collaborazione con il fratello Roberto, realizzando fra l’altro le colonne sonore di film qualiRoma città aperta(1945) ePaisà(1947). In verità, il taglio neorealista del drammaLa guerraè più facilmente riconoscibile nel libretto, in quanto la musica preferisce toni amabili e indulge volentieri a un lirismo in grado di suscitare immediata comunicativa negli ascoltatori. Tratti stilistici ‘cinematografici’ possono essere ravvisati nell’impiego di ‘fasce sonore’ (che riproducono in modo realistico i rumori della strada) nonché nel ruolo illustrativo affidato alla musica nel delineare l’avvicendamento delle scene. Ad esempio nel passaggio da momenti lirici, contraddistinti da una vocalità distesa accompagnata da semplici raddoppi timbrici, a situazioni che prevedono un ‘parlato’ ritmico, oppure delle grida. Una vena di ‘modernismo’ è riscontrabile solo in quei passi della partitura – tutta percorsa da motivi di reminiscenza – che mostrano un carattere più spiccatamente gestuale e che presentano dei momenti politonali e deiclusters. Alla ‘prima’ dell’opera, accolta favorevolmente, sono seguiti parecchi allestimenti nel corso degli anni Cinquanta, in specie in teatri italiani (tra gli altri a Roma, Trieste, Bologna). Fra le riprese successive si segnalano quelle di Baltimora (1967) e New York (Manhattan School of Music, 1971).

In un paese europeo dominato da un governo straniero, durante la Seconda guerra mondiale. Nel seminterrato nel quale vive con la figlia Maria, Marta attende con ansia il ritorno del figlio Marco. Il giovane era fuggito tre anni prima per potersi sottrarre all’esercito occupante: ora le truppe nemiche si stanno ritirando dietro l’incalzare dell’esercito della Liberazione ed egli può finalmente rimpatriare. Un giorno, mentre è sola, Marta riceve la visita dell’anziano postino vicino di casa. Egli la aggiorna sull’ultimo evolversi degli avvenimenti e l’avverte che Maria – colpevole di avere una relazione con Erik, un ufficiale nemico – potrà essere esposta a rappresaglie una volta liberata la città. La sera di quello stesso giorno, mentre Marta dorme, Erik entra di nascosto in casa per proporre a Maria di seguirlo: la giovane attende un figlio da lui e avverte con angoscia la gravità della situazione. Dovendo allontanarsi per predisporre la ritirata, Erik le propone come ultima possibilità un appuntamento per l’indomani, di primo mattino. Marta, destatasi, ha colto parte della conversazione e mostra tutto il suo disprezzo alla figlia, ricordandole che Erik rappresenta il nemico contro cui ha combattuto Marco. L’improvviso risuonare delle sirene, che segnalano un attacco aereo, porta il seminterrato a riempirsi degli inquilini del palazzo, terrorizzati. L’imprevisto interrompe per un po’ il confronto madre-figlia, e quando il segnale di cessato allarme consente alla gente di lasciare il locale, Maria approfitta della confusione per abbandonare la madre e raggiungere Erik. È l’alba. Marta non si rassegna all’idea di essere rimasta sola. Quando, poco dopo, Marco entra in casa accompagnato da un prete (un’azione di guerra ha reso cieco il giovane), l’anziana donna non regge all’emozione: fa per andargli incontro ma cade a terra affranta. Addolorato, Marco abbraccia il corpo senza vita della madre, mentre fuori le grida di esultanza per l’avvenuta liberazione si confondono già con quelle di fanatici e con dei colpi di pistola, prime avvisaglie di un’incipiente caccia all’uomo.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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