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Isle des foux, L’
Parodia in due atti di Louis Aneaume e Pierre-Augustin Lefèvre de Marcouville, dall’Arcifanfano di Carlo Goldoni
Musica di Egidio Romualdo Duni 1709-1775
Prima rappresentazione: Parigi, Théâtre-Italien, 29 dicembre 1760

Personaggi
Vocalità
Brisefer
Tenore
Fanfolin
Tenore
Follette
Soprano
Gloriuse
Soprano
Nicette
Soprano
Sordide
Basso
Spendrif Prodigue
Tenore
un ufficiale del governatore
Recitante
Note
Massimo successo del compositore dopo l’esito trionfale, qualche anno prima, diLe Peintre amoureux de son modèle(Parigi 1757), quest’opera si colloca nel momento più glorioso dell’attività di Duni, che proprio in quell’anno era stato nominato direttore musicale del Théâtre-Italien, mentre nel successivo avrebbe ottenuto il privilegio della stampa per le proprie opere (L’Isle des fouxsarebbe stata pubblicata, infatti, già nel 1761, a testimonianza della sua notorietà).

Atto primo. Appena giunto sull’isola dei pazzi, il nuovo governatore Fanfolin deve confrontarsi con le esigenze di questa difficile carica e comincia a ricevere tutti i bizzarri cittadini dell’isola. La parata dei pazzi è vivacizzata dalle vicende connesse a una cassetta di soldi appartenente a uno di loro, Sordide.

Atto secondo. Di Fanfolin si è innamorata Nicette, che decide di dichiarargli il suo amore fingendo di parlare nel sonno. Mentre Sordide continua a cercare la sua cassetta, un’altra pazza, Follette, cerca di costringerlo a sposarla. Dopo ulteriori peripezie, Fanfolin si scopre veramente innamorato di Nicette e viene convinto a lasciare liberi tutti i suoi sottoposti, mentre la cassetta viene finalmente restituita a Sordide.

I numeri musicali che compongono la partitura, tutti di dimensioni ridotte, tratteggiano una serie di spassose macchiette teatrali. Evidenti sono le doti di caratterizzazione comica, spesso ottenuta tramite effetti di ‘pittura musicale’ che definiscono in rapide pennellate la natura dei diversi personaggi. Notevoli in particolare le arie di Sordide (due in tonalità minori e una con fagotto obbligato) e il complesso concertato conclusivo. Rappresentata, nel suo primo decennio di vita, da Vienna a Copenhagen, l’opera è stata ripresa in tempi moderni a Spoleto (1961, Opera da camera di Milano diretta da Luciano Rosada, regia di Giancarlo Sbragia), in una versione in lingua italiana (L’isola dei pazzi).
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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