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Jolie fille de Perth, La
Opera in quattro atti di Vernoy de Saint-Georges e Jules Adenis, da The Fair Maid of Perth di Walter Scott
Musica di Georges Bizet 1838-1875
Prima rappresentazione: Parigi, Théâtre Lyrique, 26 dicembre 1867

Personaggi
Vocalità
Catherine Glover
Soprano
Henry Smith
Tenore
il duca di Rothsay
Mab
Mezzosoprano
Ralph
Basso
Simon Glover
Basso
un lavorante
Baritono
un maggiordomo
Basso
un signore
Tenore
Note
Accusata fin dall’esordio di incertezza stilistica ed eclettismo, laJolie filleè costruita su un libretto che, a volte, tradisce la novella di Walter Scott introducendo sviluppi poco coerenti, come la scena della pazzia di Catherine, che probabilmente aveva lo scopo di permettere all’interprete di esibire il proprio virtuosismo grazie alla grande difficoltà esecutiva della ballata “Echo, viens sur l’air embauméâ€. I personaggi non sempre sono ben definiti con le eccezioni di due figure minori, Ralph e Mab, dotati di originalità propria, espressa in particolare con i beicoupletsdella zingara nel primo atto “Catherine est coquette†e la canzone bacchica di Ralph nel secondo atto “Quand la flamme de l’amourâ€. Anche laJolie fillesubì l’amara sorte, già toccata aiPescatori di perlee che non risparmieràCarmen, degli arbitari rifacimenti, dei rimaneggiamenti, dei tentativi di ‘accorciare’ l’opera. Dopo la morte dell’autore si arriverà a pubblicazioni di spartiti (in particolare nel 1883 e nel 1890) in cui scompaiono alcune delle pagine più belle dell’opera. (il coro della ronda nel 1883 e la bellissima aria di Catherine “Vive l’hiver†nel ’90). Solo in tempi recenti si é finalmente tornati a esecuzioni filologicamente rispettose dell’opera.

Atto primo. In un’officina di operai al lavoro. Henry Smith, dopo aver concesso la giornata libera ai suoi dipendenti, resta solo nell’opificio pensando all’amata Catherine, quando entra la regina degli zingari Mab che sta fuggendo da alcuni spasimanti e che, per ringraziarlo dell’asilo concessole, si accinge a predirgli il futuro. Arriva improvvisamente Catherine, accompagnata dal padre Glover e dall’apprendista Ralph: i tre si autoinvitano a cena a casa di Smith. Non appena i due innamorati restano soli Henry dona a Catherine una rosa in smalto e oro come pegno d’amore, ma l’idillio é interrotto dall’arrivo, in incognito, del duca di Rothsay che chiede di far riparare la propria spada e nel frattempo corteggia la giovane. Mentre Smith, geloso, cerca di colpire il duca, la zingara esce dal suo rifugio per fermarlo e Catherine, credendola l’amante di Smith, getta via la rosa; il fiore viene raccolto da Mab.

Atto secondo. In attesa di una grande festa di carnevale che si terrà nel palazzo del duca, questi si accorda con Mab per far sì che Catherine, indossando un domino nero e una maschera, si rechi a mezzanotte nella sua dimora. La zingara ironizza sui sentimenti dei nobili e dichiara di prestarsi al gioco, ma in realtà vuole vendicarsi dell’incostanza del duca. Nel frattempo Smith canta una serenata sotto le finestre dell’amata, che però non risponde. Mentre lo spasimante infelice si allontana Ralph vede una donna in domino nero, che scambia per Catherine, allontanarsi accompagnata dal maggiordomo del duca. Smith, informato di quanto sta accadendo, si reca al palazzo mentre Ralph, con grande stupore, sente, sotto la casa di Catherine, la voce della ragazza riprendere il motivo ammaliatore della serenata.

Atto terzo. Nel palazzo ducale si svolge la festa e la donna in domino nero viene introdotta dal duca, che tenta di toglierle la maschera sotto la quale si cela Mab; ma questi fugge prima di essere riconosciuta. Il sopravvenuto Henry, nascosto, vede Catherine e suo padre mentre invitano il duca alle nozze della ragazza (con Smith): il duca é sconcertato poiché crede che Catherine sia la donna in domino e lo stesso Smith la insulta pubblicamente accusandola di avere passato la notte con Rothsay.

Atto quarto. Smith, nonostante tutti cerchino di discolpare Catherine, non ascolta ragioni e sfida chiunque a battersi con lui: Ralph difenderà l’onore della giovane che, sconvolta da quanto sta accadendo, cade preda della follia. A questo punto la zingara, sentendosi responsabile, mette in atto uno stratagemma per farle recuperare la ragione seguendo le teorie della nuova psicologia in voga all’epoca: solo rivivere l’esperienza del trauma permetterà di guarire dalla pazzia. Viene quindi organizzata una ‘recita’ in cui Mab, fingendo di essere Catherine, si affaccia al balcone e risponde alla serenata di Smith: lochocle permette di ritornare in sé, tra la gioia di tutti.

Non è certo possibile negare all’opera presenza di citazioni e rimandi: a partire daRigolettoeTraviatafino al Weber delFreischütz, passando attraversoMignondi Thomas e il Gounod diMireille, oltre ad un’innegabile influenza dell’opéra-comique: un richiamo a modelli diversi che, ancora una volta, segnala allo spettatore il tentativo di Bizet di trovare una strada propria, ricerca che darà i suoi frutti di lì a poco conCarmen. Splendido è in quest’opera l’uso dei motivi conduttori, in particolare della serenata di Smith “A la voix d’un amant fidèleâ€, che nasce da un rimaneggiamento della serenata di Odoardo nelDon Procopio; così come resta memorabile ladanse bohémienne, danza zingaresca che si apre con una combinazione arpa-flauto brillantissima e che anticipa un procedimento che sarà poi diCarmen. La stessa orchestrazione presenta notevoli progressi rispetto al passato; la strumentazione è raffinata, soprattutto nel preludio, di eccezionale eleganza.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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