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Pimpinone
Intermezzi in tre parti di Pietro Pariati
Musica di Tomaso Albinoni 1671-1750
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro San Cassiano, 26 novembre 1708

Personaggi
Vocalità
Pimpinone
Basso
Vespetta
Contralto
Note
Il genere comico dell’intermezzo nacque proprio nello stesso teatro, negli stessi anni e per opera degli stessi artisti che concorsero alla nascita diPimpinone, tra i primissimi esempi di una forma di spettacolo poi molto popolare per tutto il Settecento. Questo lavoro di Albinoni godette di buona notorietà per un trentennio, raggiungendo molte scene italiane, nonché i teatri di Vienna, Monaco e Mosca.

Intermezzo primo. L’astuta cameriera Vespetta si fa assumere dal ricco Pimpinone.Intermezzo secondo. Lamentando l’esistenza di voci diffamatorie sulla sua situazione in casa di Pimpinone, con una combinazione di promesse e di minacce, Vespetta convince il padrone credulone a sposarla.Intermezzo terzo.Una volta maritata, la ragazza rivela finalmente il suo vero volto di donna volubile e capricciosa, pronta alle spese più folli e incline alla vita fuori casa, noncurante delle promesse precedenti. Pimpinone si pentirà invano del suo passo sconsiderato.

Soggetto di questi intermezzi è l’aspirazione a un rango sociale più elevato da parte di una serva, tipica rappresentante dei ceti bassi. Quei personaggi comici che negli stessi anni venivano banditi dal melodramma si ripresentano qui per recitare una commedia borghese di realistica, sconcertante quotidianità, agli antipodi delle improbabili, eroiche vicende dell’opera seria. Vivace nella condotta scenica e nel linguaggio loro assegnato è la caratterizzazione dei protagonisti, che ricoprono gli stessi ruoli dei personaggi del più celebre in questo genere di lavori,La serva padronadi Pergolesi. La struttura dell’operina è semplice e chiara: ogni intermezzo prevede, intercalati con i recitativi, due arie (una sola per il primo, più breve intermezzo) e un duetto conclusivo di particolare brio, che raffigura l’interazione dinamica di due personalità differenti, ben delineate dalla musica. Di notevole efficacia il duetto che chiude l’intero lavoro, “Se mai più”, in cui Albinoni è riuscito a imitare l’andamento confuso e convulso di una vera conversazione – tra l’altro molto animata – inaugurando una scrittura che diventerà caratteristica dell’opera buffa. Nella disincantata morale che Pimpinone è costretto a trarre da questa esperienza, il poveretto si propone come solidale con tutti i coniugati presenti in sala. La struttura dell’opera prevede inoltre che ben quattro delle cinque arie spettino a Vespetta, che lascia all’antagonista solo la parodistica “So quel che si dice”: per rappresentare il cicaleccio di un gruppo di donne ed esprimere nel contempo i suoi commenti, Pimpinone utilizza, in uno spunto spiccatamente realistico, due registri vocali differenti, abbassando e alzando la voce (magari anche in falsetto) nel mezzo di un completo disordine ritmico, bilanciato da un ossessivo ostinato melodico.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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