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Rusalka
Opera in quattro atti proprio, da Puskin
Musica di Aleksandr Dargomyžškij 1813-1869
Prima rappresentazione: Pietroburgo, Teatro Circo, 4 maggio 1856

Personaggi
Vocalità
il mugnaio
Basso
il principe
Tenore
la piccola Rusalka
Recitante
la principessa
Mezzosoprano
Natascia
Soprano
Olga
Soprano
uno scudiero
Basso
Note
Guastata da una mediocre esecuzione,Rusalkaconobbe al suo apparire uno sconfortante insuccesso. Soltanto alcuni critici, Serov in testa, mostrarono di apprezzare le sorprendenti novità della partitura. «Pubblico e critica non possono capirmi», fu il commento lapidario del compositore dopo la ‘prima’. Passarono nove anni prima che l’opera conoscesse un felice riscatto; accadde in occasione delle riprese a Mosca e Pietroburgo nel 1865, quando Dargomyzskij era divenuto una sorta di eminenza grigia della scuola nazionale russa e il suo salotto musicale ospitava Musorgskij, Balakirev, Rimskij-Korsakov, Borodin, Kjui, vale a dire la ‘banda invincibile’ al gran completo. Approdato per la prima volta a un soggetto tipicamente russo dopo la meyerbeerianaEsmeralda(da Hugo) e il mitologicoTrionfo di Bacco, Dargomyzskij si scrisse anche in questo caso il libretto, inventando, rispetto al testo puskiniano rimasto incompiuto, la scena finale e l’epilogo.

Sulle rive del Dnepr. Natascia, la giovane figlia del mugnaio, è angosciata; non vede apparire il principe di cui è innamorata. Il padre, che pensa ai vantaggi pratici di tale unione, la rimprovera di non saper legare a sé l’uomo amato. Ecco giungere il principe, che regala a Natascia una collana ma appare freddo, distante; spinto dalle insistenze della fanciulla finisce col confessare che l’abbandonerà per sposare una principessa. Sconvolta, Natascia gli rivela di aspettare un figlio e, dopo la partenza dell’amato, si getta nel Dnepr. Durante i festeggiamenti per le nozze del principe e della principessa, un triste canto turba l’atmosfera gioiosa. Il principe dà segni di agitazione: ha riconosciuto la voce di Natascia; cerca di ricomporsi, ma quando sta per baciare la sposa un gemito straziante lo interrompe. Non passa molto tempo dal matrimonio che la principessa cade in preda allo sconforto: il marito passa le giornate a caccia e la trascura. Giunge uno scudiero; il principe, dice, è stato visto solo, sulle rive del Dnepr. Vagando lungo i bordi del fiume, il principe ricorda i momenti felici vissuti con Natascia, mentre si ode il canto delle rusalke. Giunge il mugnaio; dopo il suicidio della figlia è impazzito e si crede un corvo. Riconoscendo il principe lo aggredisce, chiedendo gli si renda la figlia. Gli scudieri, arrivati giusto in tempo, salvano il principe dalle mani del vecchio. Sono passati dodici anni. Nel palazzo sul fondo del Dnepr, Natascia, regina delle rusalke, è in attesa della vendetta e istruisce sua figlia, la piccola Rusalka, affinche attiri suo padre nel loro regno. Il principe, spinto dal rimpianto, si aggira nuovamente nei pressi del Dnepr. Gli appare la figlia, che lo invita a seguirlo; potrà, dice, vedere Natascia e ricongiungersi a lei. Giungono la principessa e Olga, sua confidente; esse cercano di ricondurre alla ragione il principe, quando si ode la voce di Natascia provenire dalle acque. Il principe, affascinato, si porta sul bordo: all’improvviso sbuca il mugnaio pazzo, che lo spinge tra i flutti; le rusalke trascinano quindi l’uomo sul fondo.

Si è soliti considerareRusalkacome una sorta di spartiacque nella storia dell’opera russa, un anello di congiunzione tra l’esperienza di Glinka, con il suo affascinante tentativo di conciliare operismo italiano emelospopolare russo, e le sconvolgenti novità del teatro musicale di Musorgskij. In effettiRusalka, con il suo forte carico di ambiguità stilistica, corre lungo un crinale che guarda da un lato al realismo dell’espressione, dall’altro a forme più convenzionali di matrice occidentale. Figura simbolo di questa ambiguità carica di fermenti è il personaggio del mugnaio, che passa nel corso dell’opera dal rossinismo venato di sfumature popolareggianti del suo ingresso al tragico, profetico realismo della scena di pazzia, diventando così protagonista di un simbolico passaggio di consegne tra passato e futuro. E il futuro inRusalkaè prodigiosamente individuato: la mobilità espressiva del declamato del mugnaio è gia quella di Musorgskij, come pure l’irrequieta libertà formale della scena di pazzia, nonché l’identificazione timbrica del personaggio nell’ambigua categoria del ‘basso-baritono’. La massiccia presenza di pagine più convenzionali, seppur solidamente costruite, impedisce aRusalkadi attingere a quella riuscita globale cui Dargomyzskij perverrà conIl convitato di pietra. Come in altri casi però, ambiguità ed eterogeneità hanno il loro fascino singolare, e a un epoca come la nostra, incuriosita dalla mescolanza dei linguaggi espressivi,Rusalkapotrebbe dire di più che non al recente passato. Tuttavia il suo destino è sinora caratterizzato da riprese assai sporadiche. Un’idea della carica visionaria che serpeggia nell’opera può giungerci dalla registrazione della scena della pazzia del mugnaio lasciataci da Fëdor Saljapin: un’interpretazione che resta tra le più grandi nella storia dell’opera in disco.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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