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Revelation in the Courthouse Park
Tragedia musicale in un atto e quattro scene proprio, dalle Baccanti di Euripide
Musica di Harry Partch 1901-1974
Prima rappresentazione: Urbana, University of Illinois, 11 aprile 1961

Personaggi
Vocalità
Dion/Dionysus
il sindaco/Cadmus
il venditore/il pastore
lo Hobo/Tiresias
madre di Pentheus
madre di Sonny/Agave
Mom
Sonny/Pentheus
un corifeo
Note
Più che per il suo teatro musicale, Harry Partch è noto – nell’ambito specialistico dell’organologia – per i singolarissimi strumenti musicali da lui inventati, con i quali costituì una vera e propria orchestra, e per le sue teorie sulla suddivisione microtonale della scala (raccolte nel volumeGenesis of a Music, 1949), con le quali rigettava completamente il temperamento equabile, a favore di un sistema nel quale l’ottava veniva suddivisa in 43 intervalli. Partch è un compositore oggetto, negli Stati Uniti, di un culto quasi esoterico, legato anche alla sua vita leggendaria. Infatti, alcuni anni prima dell’emergere dellabeat generation, Partch visse letteralmenteon the road(anzi, come disse lui stesso, «a cavallo delle rotaie»), conducendo la vita vagabonda e clandestina dell’hobo, ai margini di una società di cui non condivideva i valori, per poi stabilirsi a Sausalito, in un cantiere navale della seconda guerra mondiale abbandonato e da lui abusivamente occupato, dove visse e lavorò per anni impegnato nella costruzione dei suoi originalissimi strumenti, raccogliendo attorno a sé una vera e propria comunità di fedeli ed entusiasti collaboratori. Egli appartiene a pieno diritto a quella generazione di spiriti liberi ed eccentrici – tra Ives e Cage – che innovarono radicalmente la scena musicale americana, con un approccio totalmente privo di compromessi alla sperimentazione (in questo la sua figura è paragonabile solo a quella di Conlon Nancarrow), nel quale teoria ed etica – o meglio arte e vita – si fondono totalmente, senza residui. La sua musica è orgogliosamente marginale, e questo è dovuto sia all’intuibile scetticismo e riprovazione da parte dell’establishmentmusicale di matrice accademica, sia all’oggettiva difficoltà di eseguirla, connaturata com’è agli strumenti (oltretutto di difficile trasporto) da lui concepiti, che richiedono untraininglungo e complesso da parte degli aspiranti esecutori. Partch è stato – assieme a pochissimi altri pionieri, tutti della West Coast, come Henry Cowell e Lou Harrison, e successivamente lo stesso Cage – uno dei primi artisti a volgere il proprio sguardo di irrequieto e instancabile ricercatore al di là del Pacifico, verso l’Oriente. La sua musica, se giudicata esclusivamente da un punto di vista eurocentrico, può apparire totalmente priva di senso, ed è proprio il recente e crescente interesse per la cosiddetta ‘World Music’, assieme allo svilupparsi di correnti musicali come il minimalismo, ad avere contribuito alla progressiva riscoperta e a un rinnovato apprezzamento della musica di Partch. Partch all’inizio si limitò a modificare strumenti musicali convenzionali, per poi orientarsi su una gamma di modelli estrapolati dalle tradizioni asiatiche, africane e dell’antica Grecia. Alla fine inventòex novostrumenti assolutamente originali, che non rientrano in alcuna tipologia conosciuta (l’organico diRevelationprevede, ad esempio: kithara, harmonic canons, viola o violoncello adattati, chitarra adattata, crychord, bloboy, chromelodeons, diamond marimba e marimba eroica, cloud-chamber bowls, spoils of war etc.). Ma Partch non si fermò soltanto all’invenzione di nuovi strumenti e nuove teorie armoniche, ma si estese, con radicale coerenza, verso ‘forme’ musicali da lui sviluppate, anch’esse assolutamente originali e rivoluzionarie, soprattutto nell’ambito del teatro musicale, per il quale, anche in questo caso, delinea rapporti trasversali sia con le tradizioni non-occidentali di derivazione orientale (soprattutto il teatro Nô e il Kabuki giapponesi), sia con il teatro classico greco, non disdegnando però di passare – sia pure di sfuggita – per Broadway. Il ‘teatro’ musicale di Partch è contraddistinto dall’uso di una vocalità nuova e nello stesso tempo arcaica (che poco o nulla ha da spartire con la tradizione del melodramma), dalla presenza in scena della sua anomala orchestra (gli strumenti da lui inventati hanno infatti un’indubbia valenza scenica, concepiti come sono come vere e proprie ‘sculture’, dalle forme molto plastiche, quasi organiche), e da vari tipi di movimento fisico (non sempre riconducibili alla danza, se pure non ‘classicamente’ intesa). La poetica di Partch prende le mosse dal suo profondo credo nella ritualità e nei poteri magici della musica, e anche nella sua natura – per usare i suoi termini – eminentemente «corporea» (o anche «tattile») e non «astratta», e quindi sempre associata con la parola e con il movimento fisico.

Revelation in the Courthouse Park, scritta da Partch tra il 1959 e il ’60, segue di circa dieci anni l’opera basata sulla traduzione di Yeats dell’Edipo re(Oedipus: A Music-Dance Drama, 1951) eThe Bewitched: A Dance Satire, 1957, e precedeDelusion of the Fury: A Ritual of Drama and Delusion, 1965-66. IndubbiamenteRevelation– singolare parodia musicale del nostro secolo – costituisce il lavoro più impegnativo di Partch e, probabilmente, il suo capolavoro. È un liberissimo adattamento dalleBaccantidi Euripide, nel quale sesso, violenza e politica si alternano tra due diversi scenari spazio-temporali: l’antica Tebe e una cittadina americana delmiddle-west, negli anni Cinquanta, dove il dio Dioniso è Dion (star del rock’n roll, nonché re hollywoodiano degli Ishbu Kubu), mentre le baccanti sono le sue scatenategroupies, il re Penteo è Sonny, mentre Agave è la madre (‘Mom’) di Sonny, e così via. Nelcastfigura anche un variopinto assortimento di acrobati, giocolieri,majorettes, ginnasti e mangiatori di fuoco. Oltre alla orchestra con gli strumenti microtonali di Partch, compare anche unamarching bandche si muove sulla scena suonando in stile tradizionale, creando uno stridente ma irresistibile contrasto con gli strumenti progettati da Partch. Tema principale diRevelationè il rapporto tra cultura pop e cultura alta, ma l’opera verte anche sulla passione, la repressione, la colpa, l’astuzia e la stupidità. Si tratta di un’opera in cui la classicità (con la sua vitalità pagana) viene giustapposta in modo stridente alla moderna volgarità della società dei consumi (il vacuamente giulivo modello di vita amabilmente suggerito da Hollywood viene – ad esempio – messo alla berlina da Partch allorché il coro intona «To the happy way, right or wrong, dead or alive, for evermore»), all’alienante civiltà tecnologica e meccanizzata, con esiti a volte esilaranti, che preludono alle operazioni dissacranti di un Frank Zappa o di un Tom Waits.

La musica diRevelationrisulta spesso surrealisticamente divertente, intrisa com’è di una eterogeneità di stili e influssi, in cui si incrociano – in una sorta dimelting potmultietnico – ilgamelanbalinese, ilbluesurbano e rurale, le ballatehobo, motivi pop e afro-cubani. Se i riferimenti allamuzak, alla musica commerciale americana, sono evidenti, va anche notato che questa non è necessariamente oggetto di beffarda irrisione, pur nella trasposizione parodistica. In qualche modo Partch pare ritrovare in queste musiche una componente vitalistica che certo non cercherebbe nella tradizione ‘colta’ europea, di cui non v’è alcuna pur remota eco (la musica di Partch è anche totalmente estranea aiclichésdella musica ‘contemporanea’: una scena diThe Bewitchedsi intitola significativamente «Un’anima tormentata dalla musica contemporanea trova un’alchimia umanizzante»). Partch preferisce rivolgersi in modo disinvolto e divertito alla cultura musicale ‘bassa’, quella dell’easy listening, alla colonna sonora degli scenari metropolitani, con risultati stranianti in quanto, certamente, la trasposizione di questi ‘generi’ popolari sugli strumenti di Partch denatura il materiale musicale originario, per farlo confluire nella sua personalissima e visionaria concezione di un ‘teatro musicale totale’.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi


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