Era stata Sarah Bernhardt a rendere famosa la commedia di Coppée, che nel 1872 era stata tradotta in italiano da Emilio Praga. Per Mascagni, che nel 1896 diventò direttore del Liceo Musicale Rossini di Pesaro, l’opera fu l’occasione per tentare l’apertura a un nuovo stile e ad atmosfere inedite, dopo l’ambientazione da cronaca nera di
Silvano.
Durante il Rinascimento. «Un paese illuminato dal chiaro di luna. A sinistra una palazzina con terrazza e scalinata. Nel fondo Firenze veduta confusamente». Silvia è una giovane amatissima e corteggiata, ma è annoiata della sua esistenza. Vorrebbe provare dei veri sentimenti, incontrare un amore sincero. Arriva un giovane cantastorie, Zanetto, che con la sua musica riesce a commuovere la bella cortigiana. I due discutono a lungo dell’amore e della vita. Silvia è colpita dalla purezza di quel ragazzo, che racconta di essere felice della sua vita libera e raminga. Forse con lui potrebbe nascere un amore autentico; ella vorrebbe trattenerlo con sé, ma d’altra parte non vuole farlo soffrire: in fondo sa bene di essere una cortigiana, e che quindi potrebbe portarlo alla rovina. E allora preferisce sacrificarsi, e poiché Zanetto le confida che vorrebbe incontrare una certa Silvia, ella, che non gli ha mai svelato il suo vero nome, gli consiglia di non cercare mai di conoscere quella desiderata donna.
Un dramma dal clima intimo, con due soli personaggi che si confrontano preceduti da un coro di apertura:Zanettoè un lavoro basato assai più sulla psicologia dei personaggi, sui loro sentimenti nascosti e inespressi, che su una trama. Mascagni recupera e rielabora per l’occasione echi di madrigali, villotte e stornelli per delineare l’immagine di un Rinascimento toscano non di maniera. Suggestivo risulta il coro d’apertura senza accompagnamento orchestrale, mentre le pagine riservate a Silvia si segnalano per la loro toccante efficacia lirica.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi