Apprezzata da Wagner e criticata da Berlioz,
Zampa, uno dei titoli più felici e fortunati nella storia dell’
opéra-comique, apparve in un periodo aureo per questo genere musicale. Preceduta dalla
Dame blanchedi Boïeldieu (1825) e da
Fra Diavolodi Auber (1830), seguita da
La pré-aux-clercs(1832) dello stesso Hérold e da
Le postillon de Longjumeaudi Adam (1836),
Zampaè un capitolo importante nella ricerca di nuovi orientamenti stilistici testimoniata dalle opere ricordate: una ricerca in equilibrio tra cospicui influssi italiani da un lato (Rossini in particolare) e, dall’altro, l’individuazione di un lessico armonico e melodico più tipicamente ‘francese’. Una difficile simbiosi che riuscirà (ironia della sorte) proprio a Rossini con lo splendido esito del
Comte Ory(1828) e che troverà trasformazione e superamento con l’affermarsi dell’imminente
grand-opéra. Salutata da un autentico trionfo al suo apparire,
Zampadovette parte del successo alle singolari vicende narrate da un libretto (firmato con uno pseudonimo da una collaboratrice di Scribe) che mescolava un’Italia pittoresca e di maniera (alla Radcliffe, per intenderci) a echi del
Don Giovannimozartiano.
Nella Sicilia del XVI secolo. Camille, giovane figlia di un negoziante di Milazzo, racconta al suo fidanzato Alphonse le vicende lacrimose di Alice Manfredi. Costei, dopo essere morta di dolore, abbandonata da un uomo che le aveva promesso di sposarla, è ora venerata dagli afflitti come un angelo protettore. Il seduttore di Alice è il fratello che Alphonse non ha mai conosciuto. Giunge Dandolo terrorizzato, che racconta come il terribile pirata Zampa, dopo essere evaso, abbia fatto prigioniero il padre di Camilla. Spinto dall’obiettivo di impossessarsi dei beni del commerciante, il malfattore si è prefisso di sposare la ragazza nonostante i suoi precedenti matrimoni. Zampa, che altri non è che il seduttore di Alice, imbattutosi in una statua della donna, le mette un anello al dito: la mano della statua si protende in un gesto di minaccia. Col ricatto di ucciderle il padre, Zampa vuole obbligare Camilla a sposarlo. Frattanto Daniel, un suo seguace, scopre in Ritta, confidente di Camilla, una sua vecchia fiamma. Sparsasi la voce della sua evasione, Zampa decide di affrettare le nozze con la ragazza. Fatta sposa del pirata, Camilla medita di tentare la fuga per ritirarsi in un convento. Un tentativo di liberarla da parte di Alphonse fallisce quando questi scopre in Zampa suo fratello. Sarà la statua di Alice (che Zampa aveva fatto distruggere e gettare in mare da Daniel), apparsa all’improvviso, a far cadere fulminato il pirata, che scompare tra le fiamme: Camilla può così ricongiungersi ai suoi cari.
Brillante nella strumentazione, percorsa da una vena melodica spesso accattivante e audace in certe condotte armoniche,Zampaha tutte le carte in regola per essere considerata un piccolo gioiello dell’opera francese del primo Ottocento. Tra le numerose pagine felici, meritano senz’altro una menzione due momenti solistici di Camille: l’aria “A ce bonheur suprême†e la ballata “D’une haute naissance†accompagnata dai soli fiati, due brani di incantevole grazia melodica. Singolare poi la carica drammatica di alcune pagine, come il quartetto dell’ingresso di Zampa (“Le voilà !â€) o la scena conclusiva nella quale il soprannaturale si colora di tinte weberiane. A differenza di altri famosiopéras-comiques, comeFra DiavolooLe postillon de Longjumeau, che hanno avuto l’onore di più di una felice ripresa,Zampaè ancora in attesa di una riproposta che le renda l’attenzione che pure meriterebbe.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi