Teofane, insieme al ‘carosello teatrale’
Li quattro elementimesso in scena nel giardino del palazzo il 15 settembre, venne composta e rappresentata per celebrare le nozze del principe elettore Federico Augusto II di Sassonia con l’arciduchessa Maria Josepha d’Austria. Nei due anni precedenti l’opera italiana aveva ricevuto un notevole impulso presso la corte di Dresda, grazie anche alla presenza di Antonio Lotti. Nel 1717 infatti il compositore, già noto per la sua decennale presenza sulle scene dei maggiori teatri veneziani, era stato invitato dal principe elettore insieme a numerosi altri musicisti della cappella di San Marco, al librettista Lucchini, al violinista Francesco Maria Veracini e al castrato Francesco Bernardi detto il Senesino. Lucchini aveva fornito i libretti per due precedenti opere, entrambe rappresentate al Redoutensaal di Dresda: il melodramma pastorale
Giove in Argo(1717) e
Ascanio, ovvero Gli odi delusi dal sangue(1718). Per l’allestimento del
Teofanei ruoli principali vennero affidati a un
castd’eccezione: oltre al già citato Senesino (Ottone), Giuseppe Boschi (Emireno) e Margherita Durastanti (Gismonda); gli stessi cantanti, con l’aggiunta del soprano Francesca Cuzzoni (Teofane), vennero ingaggiati quattro anni più tardi da Händel nella Royal Academy of Music di Londra per eseguire i medesimi ruoli nel suo
Ottone, re di Germania, composto sul testo di
Teofaneadattato da Nicola Haym. In due allestimenti posteriori di
Ottonedi Händel (Braunschweig, agosto 1723 e febbraio 1725) numerose arie vennero sostituite con quelle di Lotti.
L’argomento è un chiaro omaggio alla famiglia regnante, essendo tutto incentrato sul matrimonio di Ottone II di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero dal 973 al 983, con la principessa bizantina Teofane. La trama è, naturalmente, una libera rielaborazione dei fatti storici. Mentre Teofane sta per raggiungere il promesso sposo per celebrare il matrimonio, viene rapita da Adelberto e da sua madre Gismonda, vedova dell’usurpatore al trono d’Italia Berengario; entrambi sperano, con questo atto, di poter ottenere da Ottone il controllo sull’Italia. L’intrigo si complica per la presenza di Isauro, un principe greco che ama Teofane, e si arricchisce con personaggi secondari come Emireno, fratello della principessa, che, esule da Costantinopoli, conduce una vita da corsaro e viene infine riconosciuto come legittimo erede dell’Impero d’Oriente. Alla fine Ottone riesce a liberare Teofane e, per celebrare la riconciliazione di tutti i personaggi, anche Adelberto può unirsi in matrimonio con Matilda, cugina di Ottone. Alla sontuosità dell’allestimento contribuirono le spettacolari scene allegoriche e i balletti che concludevano ogni atto.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi