Dopo l’esordio teatrale con
Columbus, Egk si accostò nuovamente all’opera traendo il soggetto da una commedia per marionette del conte Pocci, acquarellista, raccoglitore di canti popolari e scrittore teatrale molto amato nella nativa Monaco anche a decenni dalla scomparsa. L’impianto della vicenda non è dissimile, giudicando a posteriori, da quello del successivo
Peer Gynt, in cui però l’elemento cordiale e popolareggiante scomparirà per far luogo al subdolo regno degli spiriti, con le loro danze sgraziate. Il protagonista, Kaspar, è evidente filiazione del mondo macchiettistico della commedia viennese: Kaspar (o Kasperl) era una delle maschere più diffuse insieme a Hanswurst e il suo ingresso nel mondo dell’opera era avvenuto addirittura nel 1791 con ?
Kaspar der Fagottist, il
Singspieldi Wenzel Müller sullo stesso soggetto del
Flauto magico.
Kaspar decide di lasciare il suo paese per andare nel vasto mondo a cercare fortuna, mentre la sposa, Gretl, resta a finir di pagare i debiti del marito. Kaspar si imbatte in un genio magico che gli promette di esaudire il suo desiderio di ricchezza a patto che rinunci per sempre all’amore; così dicendo Cuperus dona a Kaspar un violino capace di incantare chiunque ne oda il suono. Il giovane accetta l’offerta e la condizione posta e incomincia una carriera folgorante, riuscendo ad astenersi da ogni contatto con le donne (compresa la povera Gretl ritrovata), finché la sua resistenza non crolla di fronte allo splendore della nobile Ninabella. A questo punto la vendetta di Cuperus non si fa attendere e Kaspar rischia di rimanere impaniato in un mare di equivoci e calunnie, fino a quando il genio, rabbonitosi, lo aiuta a discolparsi; ma intanto Kaspar ha capito che il bene più prezioso è l’amore della sua fedele Gretl e preferisce restituire per sempre a Cuperus il violino magico.
Die Zaubergeigeriscosse un successo immediato e caloroso per la duttilità orecchiabile del linguaggio e per i pregi narrativi della trama, a metà fra racconto educativo e scherzo fiabesco. La fertilità con cui Egk arieggia all’occorrenza mondi stilistici disparati si specchia nei diversi registri lessicali, chiamati a connotare i vari personaggi. A Kaspar e Gretl si addice una schiettezza popolareggiante, mentre al mondo fatuo e pretenzioso di Ninabella corrisponde un barocco inamidato, non retaggio neoclassico, ma parodia funzionale, quasi ‘musica d’uso’. Certi ritmi insistenti (Egk aveva anche studiato con Orff) anticipano le danze sfrenate diPeer Gynte sembrano a tratti chiamare in causa anche il precedente di Stravinskij, che fra l’altro aveva trattato una vicenda consimile nell’Histoire du soldat. Come i successivi lavori di Egk, ancheDie Zaubergeigemantiene la struttura a pezzi chiusi, evitando la più classicaDurchkompositiontedesca; e anche questo requisito formale contribuisce all’impressione generale di semplicità e ingenuità cui Egk voleva improntare l’opera, ricorrendo persino a echi di melodie da menestrelli per caratterizzare Cuperus, inserendolo quindi a sua volta nella più antica tradizione del folklore autoctono.
Fonte: Dizionario dell'Opera Baldini&Castoldi